Cultura e Spettacoli

Pane e quotidiano con Amelia Rosselli (V parte)

Pochi grammi di poesia al giorno  per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi

Amelia Rosselli vive gli ultimi anni della sua vita a Roma, nella sua casa in via del Corallo, dove  muore suicida l’11 febbraio 1996 per cause connesse ad una grave depressione. La data del suicidio segna forse volontariamente un nesso indelebile con quella di Sylvia Plath, autrice che la Rosselli tradusse e amò, dedicandole anche diverse pagine critiche. Amelia Rosselli rimane una figura di scrittrice unica per il suo plurilinguismo e per il tentativo di fondere l’uso della lingua con l’universalismo della musica.

 

 

 

Perdonatemi perdonatemi perdonatemi

vi amo, vi avrei amato, vi amo

ho per voi l’amore più sorpreso

più sorpreso che si possa immaginare.

 

Vi amo vi venero e vi riverisco

vi ricerco in tutte le pinete

vi ritrovo in ogni cantuccio

ed è vostra le vita che ho perso.

 

Perdendola vi ho compreso perdendola

vi ho sorpresi perdendola vi

ritrovo! L’altro lato della pineta

era così buio! solitario! rovinoso!

 

Essere come voi non è così facile;

sembra ma non lo è sembra

cosa tanto facile essere con voi ma

cosa tanto facile non è.

 

Vi amo vi amo vi amo

sono caduta nella rete del male

ho le mani sporcate d’inchiostro

per amarvi nel male.

 

Cristo non ebbe così facile disegno

nella mente tesa al disinganno

Cristo ebbe con sé la spada e la guaina

io non ebbi alcuna sorpresa.

 

Candore non v’è nei vostri occhi

benevolenza era tanto rara

scambiando pugni col mio maestro

ma v’avrei trovati.

 

Vi amo? Vi amerei? Tante cose

nel cielo e nel prato ricordano

amore che fugge, che scappa

dietro le case.

 

Dietro ogni facciata vedere quel

che mai avrei voluto sapere; dietro

ogni facciata vedere

quel che oggi non v’è.

da “Impromptu” (1981)

 

Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte

 


Pubblicato il 2 Aprile 2022

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