Pane e quotidiano con Anne Sexton (II parte)
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi
Ultima di tre sorelle, Anne Sexton, ebbe un’infanzia solitaria e non frequentò corsi di studio regolari Suo padre era un agiato imprenditore nel settore della lana, che aveva fatto fortuna producendo coperte e uniformi per i soldati della Seconda Guerra Mondiale, mentre sua madre era figlia di un editore. Ciò le consentì di vivere in un ambiente privilegiato. Ma sentiva stretta la vita che era già stata scelta per lei. Non fu un’alunna modello e scappò dal collegio per sposarsi giovanissima. Dopo la nascita della prima figlia soffrì di depressione e manifestò i primi sintomi del suo disagio mentale. La poesia divenne per lei il modo per difendersi dalla malattia.In un periodo in cui la poesia cercava un impatto sociale e immediato, incarnò una figura particolare nella cultura americana degli Anni Sessanta e Settanta. Durante le letture pubbliche, aveva tutte le caratteristiche giuste per stregare chi andava ad ascoltarla. Vestiva abiti lunghi, prima di salire sul palco si toglieva le scarpe e si accendeva una sigaretta. Poi iniziava a leggere le sue poesie con una voce profonda e seducente, svelando il suo piccolo mondo incrinato.
Noi
Ero avvolta nella pelliccia
nera, nella pelliccia bianca
e tu mi svolgevi
e in una luce d’oro
poi m’incoronasti,
mentre fuori dardi di neve
diagonali battevano alla porta.
Mentre venti centimetri di neve
cadevano come stelle
in frammenti di calcio,
noi stavamo nel nostro corpo
(stanza che ci seppellirà)
e tu stavi nel mio corpo
(stanza che ci sopravviverà)
e all’inizio ti asciugai
i piedi con una pezza
perché ero la tua schiava
e tu mi chiamavi principessa.
Principessa!
Oh, allora
mi alzai con la pelle d’oro,
e mi disfeci dei salmi
mi disfeci dei vestiti
e tu sciogliesti le briglie
sciogliesti le redini,
ed io i bottoni,
e disfeci le ossa, le confusioni,
le cartoline del New England,
le notti di Gennaio finite alle dieci,
e come spighe ci sollevammo,
per acri ed acri d’oro,
e poi mietemmo, mietemmo,
mietemmo.
da Poesie d’amore , trad. it. R. Lo Russo
Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Pubblicato il 22 Novembre 2023