Cultura e Spettacoli

Pane e quotidiano con Antonia Pozzi (II Parte)

Pochi grammi di poesia al giorno  per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi

Gli anni del liceo segnano per sempre la vita di Antonia Pozzi: stringe intense e profonde relazioni amicali con Lucia Bozzi e Elvira Gandini, sue sorelle elettive e incomincia a dedicarsi con assiduità alla poesia, ma, soprattutto, fa l’esperienza esaltante e al tempo stesso dolorosa dell’amore. Quando nel 1927 frequenta la prima liceo è subito affascinata dal professore di greco e latino, Antonio Maria Cervi. La giovanissima allieva non fatica a scoprire dietro l’ardore e la serietà del docente, molte affinità: l’amore per il sapere, per l’arte, per la cultura, per la poesia, per il bello. Il fascino diventa ben presto amore e sarà un amore tanto intenso quanto tragico, perché ostacolato con tutti i mezzi dal padre di Antonia, Roberto, e che vedrà, nel 1933, la rinuncia alla vita sognata. Il profondo dolore che gliene deriva e che segnerà tutta la sua vita, diventa tuttavia una spinta all’intensificazione dell’attività poetica, precocemente iniziata nel 1929.

Ricongiungimento

 

Se io capissi

quel che vuole dire

– non vederti più –

credo che la mia vita

qui – finirebbe.

Ma per me la terra

è soltanto la zolla che calpesto

e l’altra

che calpesti tu:

il resto

è aria

in cui – zattere sciolte – navighiamo

a incontrarci.

Nel cielo limpido infatti

sorgono a volte piccole nubi

fili di lana

o piume – distanti –

e chi guarda di lì a pochi istanti

vede una nuvola sola

che si allontana.

 

17 settembre 1933

 

Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte


Pubblicato il 9 Febbraio 2022

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