Pane e quotidiano con Biagia Marniti (II Parte)
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.
Dopo la guerra, Biagia viene assunta dal Ministero dell’Aeronautica, presso l’Alto Commissariato per i profughi. Nel 1951 pubblica ‘Nero amore rosso amore’, considerata una delle sue opere fondamentali e che la fanno conoscere al grande pubblico. Nel 1952 è costretta a trasferirsi a Sassari per intraprendere la carriera di bibliotecaria. Tornerà a Roma, presso la Biblioteca Angelica, alla fine degli anni ‘50 e, poco dopo, entrerà a far parte dell’Accademia dell’Arcadia.Nel 1957 assume il nom de plume di Biagia Marniti, mediandolo dalla marna, una roccia sedimentaria presente in grande quantità nella Puglia, che così vuole omaggiare, e con questo eteronimo dà alle stampe ‘Più forte è la vita’, nell’importante collana Mondadori de ‘I poeti dello specchio’, con prefazione di Giuseppe Ungaretti, opera che risente fortemente dell’ermetismo ungarettiano.La silloge viene accolta con entusiasmo dalla comunità letteraria romana che, all’epoca, annovera tra le voci più autorevoli Margherita Guidacci, Pier Paolo Pasolini, Rocco Scotellaro, Mario Socrate, Elio Filippo Accrocca, Cesare Vivaldi e molti altri intellettuali raccolti intorno alla rivista ‘Il Canzoniere’.
Breve dialogo con il corpo
Porti questo corpo come un peso
ma prima era il corpo
ad essere la tua vita.
Slanciato il corpo camminava
e lo seguivi, docile e indomita;
correvi, per le strade le macchine
non avevano per te problemi
il corpo dominava
e sorridevi.
Il corpo, ora, più non ti risponde
e conta gli anni anche se non si notano.
Adesso sei tu a portare il corpo
ed affrontare la quotidianità.
Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Pubblicato il 16 Marzo 2022