Pane e quotidiano con Biagia Marniti (V Parte)
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.
Biagia Marniti muore a Roma, il 6 marzo 2006, lasciandoci un’eredità poetica di altissimo valore e di ampio respiro. Hanno scritto di lei: “Cifra stilistica dei suoi versi, la cui produzione non può essere incasellata in nessuna specifica corrente letteraria, è il linguaggio epigrammatico, limpido, rigoroso, essenziale, musicale e sensoriale” e se è vero che la poetica dalla Marniti è stata influenzata dall’ ermetismo. È anche vero che essa tende verso un realismo oggettivo attento alla quotidianità. Ma Daniele Giancane, nel suo saggio “Biagia Marniti – Una vita per la poesia” aggiunge: “Se più volte Biagia Marniti ha ribadito la sua fede nella poesia come unico mezzo per salvare il mondo, quasi in posizione di messianico riscatto, la sua intelligenza critica le fa ridimensionare l’assunto, fino a considerare le parole come una ben scura consolazione
Il dolore
Pensavo soltanto mio il dolore
oggi, cielo che si scopra,
ho inteso mio il dolore degli uomini.
Sono terra
Sono terra che uomo ha scavato.
Ora porto radici di albero e fiori.
Sua sarà l’uva e la spiga
perché il seme più alto germogli.
Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Pubblicato il 19 Marzo 2022