Cultura e Spettacoli

Pane e quotidiano con Biancamaria Frabotta (V parte)

Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.Con Biancamaria Frabotta Pane e quotidiano vi augura buone vacanze.

Il 31 maggio 2016 Biancamaria Frabotta tiene alla Sapienza l’ultima lezione universitaria. Nel 2018 esce per Mondadori Tutte le poesie (1971-2017).Il volume raccoglie quasi cinquant’anni della sua attività poetica.
Biancamaria si spegne, all’età di 75 anni, il 2 maggio scorso. I numerosi studenti che si sono succeduti presso l’Università La Sapienza l’hanno ricordata con commozione e affetto perché ha avuto il dono di saper trasmettere l’amore per la letteratura con voce pacata e vigorosa, animata da una passione che in molti oggi definiscono con un aggettivo gentile: “quieta”. Nel cordoglio sui social network in tanti hanno ricordato la sua saggezza animata da un entusiasmo raro e hanno citato il primo verso di una sua poesia che oggi assume un valore emblematico: “Non stai morendo Bianca. / E fu vero il mio nome”. Parole non di congedo, ma di rinascita. Parole che oggi sembrano consegnarla a nuova vita e all’eternità inviolabile della poesia.

 

Autoritratto in terza persona

 

Ieri vantava l’aderenza allo specchio
la sazietà dei piedi ben fatti, patti
in vista di ulteriori concessioni, tempi
più lunghi e magari il tiro
corretto al selvatico bilancio d’età.
Oggi nutre raminghe speranze di sparire
nelle sembianze di un gatto, un colpo di tosse
il lento vogare di un cappello a mezz’aria.
Domani non ci sarà più tempo
per l’uso pigramente italiano
del verbo, il sereno ottativo
del dovrei essere stato.
Ma divampando potesse essere lei una
combusta orma al fuoco dell’ellisse
temeraria, mite ombra e pur sostanza
di quel sole che non teme eclisse.

 

da Terra contigua (1999)

 

Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte


Pubblicato il 2 Luglio 2022

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