Pane e quotidiano con Cristina Campo (II Parte)
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.
Unica figlia di Guido Guerrini, musicista e compositore originario di Faenza, nipote di Vittorio Putti,celebre chirurgo ortopedico, Cristina Camponasce con una congenita malformazione cardiaca che renderà sempre precaria la sua salute. Cresce per questo isolata dai coetanei e non può seguire regolari studi scolastici. Fino al 1925 la famiglia Guerrini vive presso la residenza del professor Putti, nel parco dell’Ospedale Rizzolidi Bologna. Successivamente la famiglia si trasferisce a Parma, e dal 1928 a Firenze dove Guido Guerrini viene chiamato a dirigere il Conservatorio Cherubini. L’ambiente culturale fiorentino diventa determinante nella formazione di Cristina, a cominciare dall’amicizia con il germanista e traduttore Leone Traverso, da lei chiamato affettuosamente “Bul”, al quale, per qualche tempo, si lega anche sentimentalmente. Importanti sono gli incontri con Mario Luzi e Gianfranco Draghi che le fanno conoscere il pensiero di Simone Weil, Gabriella Bemporad e Margherita Pieracci Harwell, la letterata che curerà la pubblicazione delle sue opere postume. Resta a Firenze fino al 1955, divenendo nota negli ambienti culturali.
Le mani
Queste tue mani a difesa di te:
mi fanno sera sul viso.
Quando lente le schiudi, là davanti
la città è quell’arco di fuoco.
Sul sonno futuro
saranno persiane rigate di sole
e avrò perso per sempre
quel sapore di terra e di vento
quando le riprenderà.
da “Frontiera”, Edizione di Corrente
Dolce ottobre
Si ripiegano i bianchi abiti estivi
e tu discendi sulla meridiana,
dolce Ottobre, e sui nidi.
Trema l’ultimo canto nelle altane
dove sole era l’ombra ed ombra il sole,
tra gli affanni sopiti.
E mentre indugia tiepida la rosa
l’amara bacca già stilla il sapore
dei sorridenti addii
da La tigre assenza (Adelphi)
Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Pubblicato il 27 Aprile 2022