Pane e quotidiano con Cristina Campo (III Parte)
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.
Nei primi anni Cinquanta Cristina Campo lavora alla compilazione di un’antologia di scrittrici, Il libro delle ottanta poetesse, concepita come “una raccolta mai tentata delle più pure pagine vergate da mano femminile attraverso i tempi”. L’antologia, alla quale lavora a lungo, coinvolgendo nella traduzione vari amici, non verrà tuttavia mai pubblicata. Nel 1955 si trasferisce a Roma dove il padre è chiamato a dirigere il Conservatorio di Santa Cecilia e il Collegio di Musica. In questa città, verso la quale avrà sempre un rapporto controverso, intreccia nuove amicizie, con Margherita Dalmati e Roberto Maria Zambrano. Il dottor Ernst Bernhard, lo psicoanalista e astrologo tedesco di origine ebraica che introduce le tecniche di Carl Gustav Jung in Italia, la guarisce da una fastidiosa agorafobia.
La neve era sospesa tra la notte e le strade
come il destino tra la mano e il fiore.
In un suono soave
di campane diletto sei venuto…
Come una verga è fiorita la vecchiezza di queste scale.
O tenera tempesta
notturna, volto umano!
(Ora tutta la vita è nel mio sguardo,
stella su te, sul mondo che il tuo passo richiude).
da Passo d’addio
Devota come ramo
Devota come un ramo
curvato da molte nevi
allegra come falò
per colline d’oblio,
su acutissime lamine
in bianca maglia di ortiche,
ti insegnerò, mia anima,
questo passo d’addio…
da Passo d’addio
Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Pubblicato il 28 Aprile 2022