Pane e quotidiano con Cristina Campo (V Parte)
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.
L’ultimo decennio della sua vita vede Cristina Campo emarginata dalla scena culturale e profondamente interessata alle tematiche del sacro e della spiritualità. Così Elémire Zolla ricorda quegli anni:”Nell’ultima parte della sua vita l’interesse per la poesia trova un nuovo sbocco spirituale con la conversione alla religione cattolica e l’amore per la liturgia. Negli anni del Concilio Vaticano II che abolisce la messa in latino, è alla tradizione ortodossa che Cristina torna. Si batte per ripristinare il rito tradizionale, fonda addirittura l’associazione di cattolici tradizionalisti Una Vocee frequenta l’abbazia benedettina di Sant’Anselmo dove ascolta i canti gregoriani. Intrecciaun intenso scambio epistolare con il filosofo Andrea Emo che come lei visse appartato e la cui opera solo di recente è stata scoperta e pubblicata postuma. Cristina Campo muore a Roma, il 10 gennaio 1977, all’età di 53 anni, per un’ennesima crisi di scompenso cardiaco e viene sepolta nel Cimitero monumentale della Certosa di Bologna.
È rimasta laggiù, calda, la vita,
l’aria colore dei miei occhi, il tempo
che bruciavano in fondo ad ogni vento
mani vive, cercandomi…
Rimasta è la carezza che non trovo
più se non tra due sonni, l’infinita
mia sapienza in frantumi. E tu, parola
che tramutavi il sangue in lacrime.
Nemmeno porto un viso
con me, già trapassato in altro viso
come spera nel vino e consumato
negli accesi silenzi…
Torno sola
tra due sonni laggiù, vedo l’ulivo
roseo sugli orci colmi d’acqua e luna
del lungo inverno. Torno a te che geli
nella mia lieve tunica di fuoco
da “Passo d’addio”, “All’Insegna del pesce d’oro”, Scheiwiller, Milano
Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Pubblicato il 30 Aprile 2022