Pane e quotidiano con Edith Bruck (IV parte)
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi
Malgrado l’avanzare dell’età e il peso che l’attività comporta, Edith Bruck non rinuncia alla propria missione di portare la propria testimonianza presso scuole e università in tutta Italia. Alle memorie della Shoa si aggiunge la memoria del sodalizio con il poeta Nelo Risi, scomparso novantacinquenne. In particolare nel romanzo “La rondine sul termosifone”, l’autrice racconta la lunga assistenza che, assieme alla badante Olga, ha prestato al poeta negli ultimi undici anni della sua esistenza, poiché affetto da una malattia neurodegenerativa che ne indeboliva il corpo e ne cancellava la memoria.
Il 20 febbraio 2021 Papa Francesco ha fatto visita a Edith Bruck, nella sua casa romana; nel salutarla, ha detto: «Sono venuto qui da lei per ringraziarla della sua testimonianza e rendere omaggio al popolo martire della pazzia del populismo nazista e con sincerità le ripeto le parole che ho pronunciato dal cuore allo Yad Vashem e che ripeto davanti ad ogni persona che come lei ha sofferto tanto a causa di questo: perdono, Signore, a nome dell’umanità». Da questa esperienza e dai successivi incontri sarebbe nato, nel 2022, un nuovo libro autobiografico di Bruck, “Sono Francesco”, di cui il pontefice ha scritto la prefazione.Ha ricevuto numerose onoreficenze e lauree honoris causa, ma lei ha commentato: «La mia università è stata Auschwitz».
Quel pensiero
Quel pensiero di seppellirti
te l’hanno tolto con almeno trent’anni di anticipo!
Abbiamo avuto una lunga festa d’addio
nei vagoni stivati dove si pregava dove si facevano
i bisogni in fila dentro un secchio
che non profumava del tuo lillà di maggio
e anche il mio Dio Sole ha chiuso gli occhi
in quel luogo di arrivo il cui nome
oggi irrita le coscienze, dove io e te
rimaste sole dopo una selezione
mi desti la prova d’amore
sfidando i colpi di una belva umana
anche tu madre leonessa a carponi
per supplicare iddio maligno di lasciarti almeno l’ultima
la più piccola dei tuoi tanti figli.
Senza sapere la tua e la mia destinazione
per troppo amore volevi la mia morte
come la tua sotto la doccia
da cui usciva un coro di topi
chiusi in trappola.
Hai pensato alla tua piccola con quel frammento
di coscienza risvegliata dal colpo
del portoncino di ferro
con te dentro mio pane amato mio pane bruciato!
O prima ancora
sapone paralume concime
nelle mani parsimoniose di cittadini
che amano i cani i poeti la musica
la buona letteratura e hanno nostalgia
dei familiari lontani.
Edith Bruck
Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Pubblicato il 29 Aprile 2023