Pane e quotidiano con Everett Ruess (II parte)
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi
Everett Ruess è il terzo figlio di Stella, poetessa, artista e danzatrice e di Christopher, pastore unitario. Nel 1920, la famiglia vive a Broookline, in Massachusetts e nel 1930 si trasferisce a Los Angeles. Si dimostra un bambino curioso einquieto. Nell’almanacco della Valparaiso High School dell’anno scolastico 1926-27 si annota: “Dobbiamo costruire una sedia speciale per Everett Ruess nella classe di algebra, perché si siede ovunque tranne che al suo posto”. A 12 anni Everett si appassiona alla scrittura e comincia la stesura di un diario che, volume dopo volume, lo accompagnerà per tutta la sua esistenza. Frequenta un corso di scrittura creativa alla Los Angeles High School e vince un premio per una poesia scritta mentre è studente alla Valparaiso High School, nell’ Indiana. Alla Hollywood High School presta servizio come Segretario-Tesoriere del club letterario della scuola. La natura selvaggia lo affascina e l’inquietudine dell’oceano è uguale alla sua. “L’avventura è per gli avventurosi”, scrive ancora nel suo diario. “[…] Vado a fare il mio destino. Possano molti altri giovani essere da me ispirati a lasciare la comoda sicurezza e seguire la fortuna altrove”. E l’avventura si rivela per lui una scelta vincente, perché gli dà modo di vivere esperienze che lo rendono felice.
Brani del diario di Ruess dal Sequoia National Park, in Sierra Nevada
12 giugno
Che diritto si ha di essere felici in città quando tutto è conflitto, discordia, miseria, sofferenza senza ragione? Qui tali pensieri non si intromettono. Ho bevuto da un ruscello, mentre canto alcune melodie di Dvořák. La foresta rimbomba della mia allegria… Dondolo sul sentiero, giro su me stesso, guardo le stelle: è bianca la via dell’avventura.
30 agosto
Solitudine ininterrotta. In alto, scintillano le vette bianche, fiabesche, sul cielo azzurro. Silenzi selvaggi mi avvolgono, senza resistenza. Tutto è un sogno dorato: il fruscio irreale dei pioppi culla i sensi, colori puri davanti ai miei occhi. Tutto è così bello che ho provato una forma di estasi, poi la calma, rasserenante. La gioia è così languida che ho sentito il dovere di condividerla.
“Guardo la luna sull’acqua,
un gufo volteggia su di me,
ha ali di velluto”.
(Everett Ruess)
Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Pubblicato il 29 Marzo 2023