Pane e quotidiano con Fabrizio De André (V Parte)
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.
Fabrizio De André affermava di non credere nel Dio delle Chiese, ma l’interrogativo sull’esistenza di una “paternità” superiore l’ha sempre accompagnato, spingendolo sul sentiero dei cercatori di verità per indagare il mistero di Gesù di Nazareth, la coscienza di chi ha fede e i dubbi dei non credenti. Basta scorrere i suoi personaggi, “anime salve” rifiutate dal potere ma riscattate dalla solidarietà con gli ultimi e con i perdenti, in cui il cantante-poeta ha sempre riconosciuto la sua unica religione. Nell’album “La buona novella”, attraverso i Vangeli apocrifi, scelti come traccia da seguire per elaborare la trama del disco, De Andrè fa emergere la vocazione umana provocatoria e rivoluzionaria della figura storica di Gesù di Nazareth, già narrata in “Si chiamava Gesù”. E’ il 24 agosto del 1998, quando durante le prove di un concerto Fabri sembra scoordinato e a disagio: non riesce a sedersi e imbracciare la chitarra come vorrebbe e lamenta un forte dolore al torace e alla schiena. Sono le avvisaglie della malattia. Viene ricoverato verso la fine del novembre 1998, ma ormai la malattia è a uno stato avanzato. Esce dall’ospedale solo il giorno di Natale per poter trascorrere le festività a casa insieme alla famiglia. Muore l’11 gennaio 1999. I funerali si svolgono nella Basilica di Santa Maria Assunta di Carignano, il 13 gennaio. Vi partecipa una folla di oltre diecimila persone, tra cui estimatori, amici ed esponenti dello spettacolo, della politica e della cultura.
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Madre di Gesù
Piango di lui ciò che mi è tolto,
le braccia magre, la fronte, il volto,
ogni sua vita che vive ancora,
che vedo spegnersi ora per ora.
Figlio nel sangue, figlio nel cuore,
e chi ti chiama – nostro Signore-
nella fatica del tuo sorriso
cerca un ritaglio di Paradiso.
Per me sei figlio, vita morente,
ti portò cieco questo mio ventre,
come nel grembo, e adesso in croce,
ti chiama amore questa mia voce.
Non fossi stato figlio di Dio,
t’avrei ancora per figlio mio.
(da Tre madri)
Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Pubblicato il 19 Febbraio 2022