Pane e quotidiano con Federico García Lorca (IV parte)
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.
Le lettere inviate in questo periodo da Lorca agli amici più intimi, confermano che l’attività febbrile improntata ai contatti e alle relazioni sociali che il poeta in quel momento vive nasconde in realtà una intima sofferenza e ricorrenti pensieri di morte, malessere su cui molto incide il non poter vivere serenamente la propria omosessualità. Il suo amico protettore, Gasch, venuto a conoscenza dello stato conflittuale del giovane García Lorca, gli concede una borsa di studio e nella primavera del 1929 il poeta lascia la Spagna e si reca negli Stati Uniti.L’esperienza statunitense, che dura fino alla primavera del 1930, sarà fondamentale per il poeta, e darà come risultato una delle produzioni lorchiane più riuscite, ‘Poeta en Nueva York’, incentrata su quanto García Lorca osserva con il suo sguardo partecipe e attento: una società di troppo accesi contrasti tra poveri e ricchi, emarginati e classi dominanti, connotata da razzismo. Si rafforza in García Lorca il convincimento della necessità di un Mondo nettamente più equo, non discriminante. Dopo essere rientrat in Spagna, nel 1930 parte per Cuba, dove vive un periodo felice e inizia a scrivere i drammi teatrali ‘El público’ e Así que pasen cinco años’ (Finché trascorreranno cinque anni). Nel 1931, con l’aiuto di Fernando de los Ríos, che nel frattempo è diventato ministro dell’Istruzione, García Lorca realizza il progetto di un teatro popolare ambulante, chiamato ‘La Barraca’ che, girando per i villaggi, rappresenta il repertorio classico spagnolo. García Lorca, che è l’ideatore, il regista e l’animatore della piccola troupe teatrale, vestito con una semplice tuta azzurra a significare ogni rifiuto di divismo, porta in giro negli ambienti rurali e universitari il suo teatro che riscuote grande successo e che svolge senza interruzione la sua attività fino all’aprile del 1936, a pochi mesi dallo scoppio della guerra civile. È durante questo tour con ‘La Barraca’, che García Lorca scrive le sue opere di teatro più note, e denominate ‘trilogia rurale’: Bodas de sangre’, ‘Yerma’e ‘La casa di Bernarda Alba’.
Potessero le mie mani sfogliare la luna!
Pronunzio il tuo nome
nelle notti scure,
quando sorgono gli astri
per bere dalla luna
e dormono le frasche
delle macchie occulte.
E mi sento vuoto
di musica e passione.
Orologio pazzo che suona
antiche ore morte.
Pronunzio il tuo nome
in questa notte scura,
e il tuo nome risuona
più lontano che mai.
Più lontano di tutte le stelle
e più dolente della dolce pioggia.
T’amerò come allora
qualche volta? Che colpa
ha mai questo mio cuore?
Se la nebbia svanisce,
quale nuova passione mi attende?
Sarà tranquilla e pura?
Potessero le mie mani
sfogliare la luna!
Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Pubblicato il 3 Giugno 2022