Cultura e Spettacoli

Pane e quotidiano con Franco Fortini

Pochi grammi di poesia al giorno  per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.

Franco Fortini diventa uno degli intellettuale rivoluzionari più in vista; politicamente si schierò con la corrente marxista mentre in poesia aderì all’ermetismo. Si pone così in una posizione in forte polemica verso la società del tempo ed anche nei confronti della “nuova guardia” che emerge tra gli intellettuali ed i politici. Sostenitore dell’azione rivoluzionaria, Fortini si impegna nelle lotte ideologiche che contraddistinguono l’epoca in cui vive, e lo fa attraverso le sue opere letterarie, sia in prosa che in versi. La sua produzione poetica, molto ricca e variegata, è racchiusa integralmente nel volume intitolato “Una volta per sempre”, pubblicato nel 1978. Tra i libri di narrativa ricordiamo, in particolare: “Agonia di Natale” (1948) e “Sere in Valdassola” (1963).

 

Traducendo Brecht

Un grande temporale
per tutto il pomeriggio si è attorcigliato
sui tetti prima di rompere in lampi, acqua.
Fissavo versi di cemento e di vetro
dov’erano grida e piaghe murate e membra
anche di me, cui sopravvivo. Con cautela, guardando
ora i tegoli battagliati ora la pagina secca,
ascoltavo morire
la parola d’un poeta o mutarsi
in altra, non per noi più, voce. Gli oppressi
sono oppressi e tranquilli, gli oppressori tranquilli
parlano nei telefoni, l’odio è cortese, io stesso
credo di non sapere più di chi è la colpa.

Scrivi mi dico, odia
chi con dolcezza guida al niente
gli uomini e le donne che con te si accompagnano
e credono di non sapere. Fra quelli dei nemici
scrivi anche il tuo nome. Il temporale
è sparito con enfasi. La natura
per imitare le battaglie è troppo debole. La poesia
non muta nulla. Nulla è sicuro, ma scrivi.

(da “Una volta per sempre”, 1963)

 

Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte


Pubblicato il 21 Settembre 2022

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