Cultura e Spettacoli

Pane e quotidiano con Ghiannis Ritsos (I parte)

Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi

Ghiannis Ritsos, poeta greco, nasce il 1° maggio 1909 a Monemvasià, un’antica fortezza veneziana, nel Peloponneso. La sua è una famiglia benestante. Dopo le scuole superiori si trasferisce ad Atene per frequentare l’università, ma contrae la tubercolosi e rimane in sanatorio per tre anni. In seguito svolge vari lavori, tra cui l’attore-ballerino, il copista per una banca e il correttore di bozze. Nel 1933 entra nelle file della sinistra, avviando un impegno politico che segnerà dolorosamente la sua esistenza. Durante la guerra civile ed il successivo governo di destra con la dittatura dei colonnelli (1967-1974) viene ripetutamente incarcerato e deportato nei “campi di rieducazione nazionale”. Sul lungomare di Karlòvasi, nell’isola di Samo, un “trono in pietra”, singolare monumento, segna il punto in cui sedeva per ore durante gli anni in cui fu confinato lì dalla giunta dei colonnelli. Ritsos è restato sempre fedele ai suoi ideali di libertà e di giustizia sociale. Autore assai prolifico, in mezzo secolo di attività ha pubblicato più di 150 raccolte di poesia, in cui risuonano tutte le note, dolenti e gioiose, della grecità. È morto ad Atene nel 1990.

La sonata al chiaro di luna

Lasciami venire con te. Che luna stasera!
La luna è buona – non si vedrà
che si sono imbiancati i miei capelli. La luna
me li farà di nuovo biondi. Non te ne accorgerai.
Lasciami venire con te. […].

Ci sederemo un poco sul muretto, sull’altura,
e rinfrescandoci al vento di primavera
forse immagineremo pure di volare,
perché spesso, e perfino ora, sento il fruscìo della mia veste
che pare il battito di due ali forti,
e quando ti chiudi in questo rumore del volo
senti irrigidirsi il collo, i fianchi, la tua carne,
e così stretto nei muscoli del vento azzurro,
nei nervi robusti dell’altezza,
non ha importanza che tu parta o torni
né conta che i miei capelli siano bianchi,
(non è questo che mi dà pena – mi dà pena
che non mi s’imbianchi anche il cuore).
Lasciami venire con te.

Lo so, ciascuno cammina da solo verso l’amore,
solo verso la gloria e la morte.
Lo so. L’ho provato. Non giova a niente.
Lasciami venire con te. […].

Ghiannis Ritsos,da Quarta dimensione (trad. di Nicola Crocetti)

 

Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte


Pubblicato il 2 Maggio 2023

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