Cultura e Spettacoli

Pane e quotidiano con Ghiannis Ritsos (II parte)

Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi

La passione per la letteratura si manifesta in Ghiannis Ritsos già a otto anni, ma la sua giovinezza è scossa da numerosi lutti e disgrazie. Nel 1925 si trasferisce ad Atene per studiare all’Università ma le precarie condizioni fisiche non glielo permettono. Colpito dalla tubercolosi, passa tre anni in sanatorio. In questo periodo inizia ad aderire alle idee marxiste e, una volta guarito, entra nella sezione artistica di un’organizzazione di stampo comunista. Cura gli allestimenti teatrali degli spettacoli a cui prende parte, qualche volta, anche come attore. Questa sua carriera iniziata nel 1933, dura per diversi anni, durante i quali continua a prodigarsi nell’impegno politico e nella poesia. Nelle tre raccolte comprese in Erotica (Piccola suite in rosso maggioreCorpo nudo e Parola carnale) l’amore è cantato da Ritsos in tutte le sue manifestazioni. Niente più della poesia, sembra dirci, può esprimere la forza travolgente dell’eros. Ora tenero, ora spirituale, ora selvaggio, ora carnale, l’amore racchiude in sé il senso ultimo del mondo. Anche la lussureggiante natura greca, fatta di suoni, profumi, luce, diventa partecipe dei sentimenti umani e assurge a simbolo della forza creatrice dell’amore e della sua carica vitale ed esistenziale.

 

Rinascita

 

Da anni più nessuno si è occupato del giardino. Eppure
quest’anno – maggio, giugno – è rifiorito da solo,
è divampato tutto fino all’inferriata  – mille rose,
mille garofani, mille gerani, mille piselli odorosi –
viola, arancione, verde, rosso e giallo,
colori colori-ali; –  tanto che la donna uscì di nuovo
a dare l’acqua col suo vecchio annaffiatoio –  di nuovo bella,

serena, con una convinzione indefinibile. E il giardino

la nascose fino alle spalle, l’abbracciò, la conquistò tutta;
la sollevò tra le sue braccia. E allora, a mezzogiorno in punto, vedemmo
il giardino e la donna con l’annaffiatoio ascendere al cielo
e mentre guardavamo in alto, alcune gocce dell’annaffiatoio
ci caddero dolcemente sulle guance, sul mento, sulle labbra.

 

Ghiannis Ritsos, da Pietre Ripetizioni Sbarre, Crocetti Editore, 2004

 

Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte


Pubblicato il 3 Maggio 2023

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