Cultura e Spettacoli

Pane e quotidiano con Ghiannis Ritsos (III parte)

Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi

Il capolavoro di Ritsos è considerato Quarta dimensione, una raccolta di diciassette poemi brevi, sottoforma di monologhi che l’autore consacra a figure femminili e maschili del mistero ellenico Molti di questi monologhi sono stati scritti in vari campi di concentramento, e l’alibi mitologico serviva a Ritsos anche per eludere la censura. Schierato a sinistra, durante la guerra finisce in carcere per i suoi scritti contro l’ideologia del regime. Nel 1942 scrive L’ultimo secolo prima dell’uomo, opera che racchiude tutti i principi della sua poesia: nonostante il buio attraversato dal suo paese a causa dell’Occupazione militare, lancia un messaggio di speranza per un domani migliore e anche la morte è vista come un passaggio verso il sole.

 

Sera grigia

Mi duole in petto la bellezza: mi dolgono le luci
nel pomeriggio arrugginito; mi duole
questo colore sulla nube – viola plumbeo
viola repellente; il mezzo anello della luna
che brilla appena – mi duole. Passò un battello.
Una barca; i remi; gli innamorati; il tempo.
I ragazzi di ieri sono invecchiati. Non tornerai indietro.
Serata grigia, luna sottile, – mi fa male il tempo.

Ghiannis Ritsos, da “Il funambolo e la luna”, Crocetti Editore, 1984

 

Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte


Pubblicato il 4 Maggio 2023

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