Pane e quotidiano con Juan Ramón Jiménez (V parte)
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.
Poco dopo lo scoppio della Guerra civile spagnola del ‘36, Juan Ramón Jiménez insieme alla moglie, lascia la sua patria verso gli Stati Uniti; qui cerca di spingere il governo a intervenire nel conflitto per riportare la pace nel suo Paese. Trascorre anche un breve periodo a Porto Rico e si stabilisce con la moglie all’Avana. Nel ‘39 ritorna negli Stati Uniti dove collabora a riviste americane, tiene conferenze e corsi nelle più importanti università statunitensi.Nel 1946 viene colpito da una grave depressione. Due anni dopo compie si reca in Argentina e Uruguay, dove è accolto calorosamente ed è invitato da tutte le università. Torna nuovamente a Porto Rico, dove insegna all’Università, fino all’epilogo della morte di Zenobia, per niente alleviata dal Nobel vinto due giorni prima e infine la sua morte, il 29 maggio 1958.La poesia di Jiménez è stata definita “mistero in piena luce”, definizione è perfetta per disegnare i contorni di una poesia tesa tra intelligenza e passione, tra estasi e domanda, tra natura e spirito. Una poesia che ha il valore di simbolo nel paesaggio della lirica novecentesca, la lirica di un solitario, instancabile ricercatore di emozioni.
A mi alma
Signo indeleble pones en las cosas.
Luego, tornada gloria de las cumbres,
reviviràs en todo lo que sellas.
Tu rosa serà norma de las rosas;
tu oìr, de la armonia; de las lumbres
tu pensar; tu velar, de las estrellas.
Poni un segno indelebile alle cose.
Gloria di cime, poi, ti riconduci
a vita in quel che stai per sigillare.
La tua rosa sia norma delle rose;
dell’armonia, il tuo udito; delle luci;
il pensare; degli astri, il tuo vegliare.
Il Momento
Se ne va, se ne va, se ne va!
… Se n’è andato!
E col momento,
se n’è andata l’eternità!
Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Pubblicato il 28 Maggio 2022