Pane e quotidiano con Marguerite Yourcenar (II parte)
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.
Nata in Belgio, a Bruxelles, da Ferdinande de Cartier de Marchienne, belga e di nobili origini, e dal francese di origini borghesi Michel Cleenewerck de Crayencour, la piccola Marguerite rimase orfana di madre ad appena dieci giorni dalla nascita, per via delle complicazioni del parto. La scrittrice non lamentò mai l’assenza della madre, anche perché col padre aveva uno strettissimo rapporto di amore e di stima, e passò la parte più importante della sua infanzia nella villa paterna, nel Nord della Francia, fino al 1912, quando col padre si trasferì definitivamente a Parigi – tranne che durante una breve parentesi londinese durante la Prima Guerra Mondiale -. Fu una lettrice e una studiosa precocissima. A diciassette anni, trasferitasi a Nizza nel Sud del Francia assieme al padre che versava in difficoltà economiche, compose e pubblicò – proprio grazie all’aiuto finanziario del padre – il suo primo libro di poesie con lo pseudonimo di Marg Yourcenar – un nome de plume inventato assieme al genitore prediletto anagrammando il loro cognome.
Erotica
Tu il calabrone e io la rosa,
tu la schiuma e io lo scoglio;
nello strano mutamento,
tu la Fenice e io il rogo.
Tu, il Narciso, e io la fonte;
io gli occhi che ti specchiano turbato;
tu il tesoro e io la borsa;
io l’onda e in me chi nuota.
E tu, le labbra sulle labbra,
tu il languore che la febbre culla,
l’onda che nell’onda si confonde.
Ma qual che sia il dolce gioco,
sempre l’anima involandosi nel fuoco,
uccello d’oro, nel cielo azzurro aperto.
Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Pubblicato il 8 Giugno 2022