Cultura e Spettacoli

Pane e quotidiano con Marguerite Yourcenar (V parte)

Pochi grammi di poesia al giorno  per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.

Nel 1980 Marguerite Yourcenar fu eletta, prima donna nella storia, membro dell’Académie Française. Nello stesso periodo si raccolse nello studio della lingua giapponese e in particolare della letteratura di Mishima Yukio, su cui decise di scrivere uno studio critico: lo pubblicò nel 1981 col titolo di Mishima o la sua visione del vuoto. Nello stesso anno fu insignita di un dottorato honoris causa dall’Università di Harvard.Dopo aver pubblicato, nel 1985, l’ultimo capitolo della trilogia del Labirinto del Mondo, intitolato Quoi? L’éternité? (ovvero, in italiano: Che? L’eternità?), morì il 17 dicembre del 1987 sull’isola di Mount Desert, che le era stata casa negli ultimi anni della sua vita.Nonostante la sua attenzione per la memoria, e l’immenso lavoro per portare a compimento la trilogia del Labirinto del Mondo, e in particolare degli Archivi del Nord, Marguerite Yourcenar non scrisse mai una vera e propria autobiografia. Uno dei testi che però più si avvicinano a un vero e proprio testamento immateriale dell’autrice è l’intervista, biografica e letteraria, del critico letterario francese Matthieu Galey. Nel suo saggio Ad occhi aperti sono raccolti e sistematizzati diversi colloqui che l’autore ebbe con Yourcenar verso la fine della sua vita, in cui risalta il suo sguardo originale, lucido e disincantato.

 

L’amore è un castigo

Veniamo puniti per non essere riusciti a rimanere soli

Bisogna amare un essere per correre il rischio di soffrire per lui

Bisogna amarti molto per rimanere capace di soffrirti.

 

Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte

 

 


Pubblicato il 11 Giugno 2022

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