Pane e quotidiano con Mariella Bettarini (V Parte)
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.
Nel 2006, Mariella Bettarini pubblica ‘Balestrucci’ e, in quello stesso periodo, in una lettera, scrive a Franco Fortini: «Continuo ad amare la parola: scritta, letta, orale, creativa, saggistica, epistolare. La parola/segno. La parola/bi-sogno. La parola/intenzione di dialogo, affinità, amore. Così come amo da sempre l’archeologia, l’arte, la botanica, l’astronomia, la fotografia, il cinema e la matrice poliedrica di tutto questo: la misteriosa/”naturale” natura: dall’infinitamente grande e lontano, interstellare, invisibile, all’infinitamente piccolo e prossimo (anch’esso talora invisibile). Parola che si fa carne. Carne (minerale, vegetale, animale) che si fa parola. Misteriosamente. A specchio. Io non so se sia poesia o oratoria o oratorio e in verità non me ne importa nulla». L’ultima pubblicazione è del 2019, ‘Poesie per mamma Elda’, per Secop Editore.
L’OBBEDIENZA
è (l’obbedienza) una disobbedienza al suo
contrario – il tuo becco di gru – il lungo
sottile collo obbediscono solo ai connotati delle gru –
non a quelli delle cutrettole: obbedisci a te solo
sei congruo a te – come l’ornitorinco fa propria
la propria indole (il lupo la sua peculiare)
ma se l’indole è un demone – meglio vale
la disobbedienza – la divergenza – la disparità: dunque
obbedisci (talvolta) al tuo contrario: disobbedendo obbedirai
e mentre compirai l’obbedienza ti scoprirai al fine
contraddittorio – disobbediente
(da ‘La scelta – la sorte’)
Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Pubblicato il 29 Gennaio 2022