Cultura e Spettacoli

Pane e quotidiano con Mario Benedetti (III parte)

Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi

Mario Benedetti morì il 27 marzo 2020, a causa del COVID-19, nella struttura sanitaria in cui viveva dal 2018, a Piadena (Cremona). È stato tumulato nella cappella di famiglia di Donata Feroldi, amica di una vita.In seguito alla pubblicazione di varie plaquettes, nel 2004 Benedetti riassunse il suo lavoro con Umana gloria, pubblicato nella collana Lo Specchio (Mondadori). In questa raccolta al Friuli, terra natale del poeta e pertanto collegato alle memorie infantili, si sovrappongono i luoghi dell’età adulta: la Slovenia, la Francia, le città di Torino e Milano. Seguirà la raccolta di  poesie Pitture nere su carta, composte prendendo come punto di riferimento varie opere artistiche, a partire dalle Pinturas negras di Goya. Queste Pitture nere “si propongono di metterci davanti agli occhi, con veri e propri tocchi di inchiostro anziché di pennello, quello che l’autore vede: corpi, reliquie, chiese, città”. Qui si riporta un commento di Biancamaria Frabotta all’opera: «In Pitture nere su carta Mario Benedetti ci sorprende con un libro che forse segna una svolta, o forse una profonda crisi. La comunicabilità con cui egli esprimeva la spontanea adiacenza alla fraternità, nel bene e nel male celebrata in Umana gloria, raccolta premiata da un folto consenso di critica e di pubblico, sembra qui polverizzarsi. Disintegrando l’umiltà della prosa e il tessuto sintattico del discorso nei soprassalti di una lacerante afasia, Benedetti sembra volerci stupire, prenderci in contropiede»

Altra opera importante è Tersa morte, del 2013, con la quale Benedetti ha vinto nel 2014 il Premio Brancati-Zafferana di Poesia.

 

 

Vedere nuda la vita       si

mentre si parla una lingua per dire qualcosa.

Uscire di sera rende la vita più bella

ma è il poco sole obliquo la sera senza parole.

Vedere nuda la vita quando c’eri con le tue cose.

Adesso le cose sono sole,

non c’è la promessa del tuo svegliarti

e continuare con le ciabatte, le tazze, i cucchiai.

Non è valsa la pena affaccendarsi.

Il gioco dei giorni è la promessa che non sapevi

a perdere sempre da prima.

da Tersa morte (Mondadori, 2013)

 

 

Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte


Pubblicato il 15 Marzo 2024

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