Cultura e Spettacoli

Pane e quotidiano con Nelly Sachs (II parte)

Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi

È il padre William a trasmettere a Nelly Sachs l’amore per l’arte e per la musica. Da bambina desidera diventare ballerina, e solo più tardi sviluppa la passione per la lirica tedesca e la composizione di poesie. A causa della sua debole costituzione, è inizialmente costretta a seguire lezioni private per poi entrare in un liceo femminile dove, cinque anni più tardi, ottiene il diploma. L’autoritarismo del padre non la aiuta a uscire dal guscio della timidezza e della malinconia. Al contrario, l’opporsi dell’uomo a una sua relazione sentimentale, fa cadere la poetessa in uno stato di depressione che l’avvicina all’anoressia Ne esce solo grazie alla scrittura. A quegli anni risale la sua prima raccolta poetica: Leggende e racconti (1921). I primi componimenti sono caratterizzati da un influsso neoromantico e ruotano intorno alle tematiche della natura e della musica. Nel 1930 William Sachs muore. Rimasta sola con la madre, oltre che isolata a causa delle leggi razziali, si trova costretta a vendere i beni di famiglia. Dopo aver ricevuto l’ordine di presentarsi a un campo di lavoro, nel 1940 riesce a fuggire in Svezia dove vivrà per tutta la vita. L’esilio a Stoccolma, però, non le regala le gioie sperate: la morte prematura della madre e dei parenti, catturati e deportati nei campi di sterminio, la provano profondamente. Sono proprio questi gli anni in cui inizia un’intensa attività poetica che la trasforma in una delle voci più potenti del Novecento tedesco. In questo periodo nascono le raccolte Nelle dimore della morte (1947) e Le stelle si oscurano (1949).

Tu siedi alla finestra
e nevica –
bianchi sono i tuoi capelli
e le tue mani –
ma in entrambi gli specchi
del tuo bianco viso
è rimasta viva l’estate:
luogo cui appartengono i prati volti su, all’Invisibile –
luogo ove si dissetano i caprioli d’ombra nella notte.

Ma dolendomi mi lascio cadere nel tuo bianco,
nella tua neve –
dalla quale la vita s’allontana così a bassa voce
come dopo una preghiera detta mentre finisce –

O addormentarsi dentro la tua neve
con tutto il dolore nel respiro di fuoco del mondo.

Mentre i teneri contorni del tuo capo
si lasciano già cadere via nella notte del mare
verso una nuova nascita.

Nelly Sachs (da Nelle dimore della morte)

Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte


Pubblicato il 10 Maggio 2023

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