Cultura e Spettacoli

Pane e quotidiano con Ocean Vuong (III parte)

Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi

Ocean Vuong ha lasciato presto Hartford per studiare letteratura e nella poesia ha trovato un gancio a cui aggrapparsi, qualcosa che l’ha  tenuto nel mondo mentre tanti suoi amici morivano di eroina. Nel suo romanzo “Brevemente risplendiamo sulla terra”, considerato un vero e proprio caso editoriale, racconta la storia della complicata integrazione di una famiglia, composta da due donne e un bambino, dal Vietnam ad Hartford, nel Connecticut. Nel libro l’autore riesce a descrivere in maniera efficace le stranianti sensazioni subite da chi è costretto a emigrare. Scritto in maniera elegante, con una lingua che riecheggia tutta la delicatezza e la forza della poesia, è considerato uno dei debutti più importanti e convincenti degli ultimi anni. Vuong è tornato alla scrittura in versi con una seconda notevole raccolta di poesie: “Il tempo è una madre” in cui continuando l’esplorazione delle vicende personali e del trauma della guerra ereditato dai familiari, si appella al potere salvifico della poesia per proiettarsi verso il futuro e verso la vita.Ocean Vuong, che ora ha 35 anni, vive a Northampton, in Massachusetts, e insegna nell’università che ha sede ad Amherst, la città che ha dato i natali a Emily Dickinson. E’ considerato uno dei  maestri della letteratura mondiale.

 

Un giorno amerò Ocean Vuong

Ocean, non avere paura.
La fine della strada è tanto distante
che è già alle nostre spalle.
Niente paura. Tuo padre è tuo padre soltanto
finché uno di voi non se ne dimentica. Come le vertebre
non si ricorderanno le proprie ali
a dispetto di tutte le volte che le tue ginocchia
baceranno il lastrico. Ocean,
mi ascolti? La parte più bella
del tuo corpo è ovunque
si proietta l’ombra di tua madre.
Ecco la casa con l’infanzia

ridotta a un unico cavetto rosso, innesco di mina.
Niente paura. Basta che lo chiami orizzonte
& non lo raggiungerai mai.
Ecco l’oggi. Salta. Ti garantisco non è
una scialuppa di salvataggio. Ecco l’uomo
dalle braccia ampie abbastanza da accogliere
il tuo andartene. & ecco l’attimo
subito dopo spente le luci, in cui ancora scorgi
la flebile fiaccola tra le sue gambe.
E come la usi, ripetutamente,
per ritrovare le tue mani.
Hai chiesto un’altra chance
& ti viene concessa una bocca da cui svuotarti.

Non avere paura, gli spari
sono solo il rumore di gente
che cerca di vivere un po’ più a lungo
& non ce la fa. Ocean. Ocean –
alzati. La parte più bella del tuo corpo
è il luogo verso cui si dirige. & ricorda,
la solitudine è comunque tempo trascorso
insieme al mondo. Ecco
la stanza in cui ci sono tutti.
Gli amici morti che ti
attraversano come il vento
che soffia tra i sonagli a vento. Ecco una scrivania
con la gamba zoppa & un mattone
per farla durare. Sì, ecco una stanza
così calda & vicina al sangue

che giuro, ti sveglierai –
& crederai che questi muri
siano pelle

 

da Cielo notturno con fori d’uscita

 

Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte


Pubblicato il 2 Novembre 2023

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