Pane e quotidiano con Rocco Scotellaro (I parte)
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.
Questa settimana ci accosteremo alla poesia di Rocco Scotellaro scrittore, poeta e politico italiano.
Rocco Scotellaro, uno dei maggiori poeti e intellettuali lucani, nasce a Tricarico (Matera), il 19 aprile1923 da una famiglia artigiana. L’autore, morto a soli trent’anni, è stato militante socialista e sindaco della piccola cittadina in cui era nato. Nella sua breve vita sarà sempre animato da una forte carica morale che lo spingerà a impegnarsi politicamente nel vivo delle problematiche del secondo dopoguerra. Dalla sensibilità ai problemi sociali della sua terra trarrà motivi per le sue opere, gran parte delle quali furono pubblicate postume anche grazie all’impegno e all’interessamento di Carlo Levi e Manlio Rossi-Doria, e valsero all’autore diversi premi e riconoscimenti, tra cui il Premio Viareggio e il Premio San Pellegrino, entrambi nel 1954. L’ambito letterario in cui si dimostrò più prolifico fu la poesia con oltre un centinaio di composizioni contenute nell’opera “E’ fatto giorno” ma fu autore anche del romanzo autobiografico incompiuto “L’uva puttanella”, dell’inchiesta “Contadini del sud”, dell’opera teatrale “Giovani soli” e di diversi racconti raccolti in “Uno si distrae al bivio”. Nelle poesie, muovendo dai modi elegiaci dell’ermetismo, tende a un tono epico-popolaresco, con esiti pieni di dissonanze, ma di indubbia genuinità lirica.
Tutt’intorno le montagne brune
Tutt’intorno le montagne brune
è ricresciuto il tuo colore
Settembre amico delle mie contrade.
Ti sei cacciato in mezzo a noi
t’hanno sentito accanto le nostre donne
quando naufraghi grilli
dalle ristoppie arse del paese
si sollevano alle porte con un grido.
E c’è verghe di fichi seccati
e i pomidoro verdi sulle volte
e il sacco di grano duro, il mucchio
delle mandorle abbattute.
Tu non ci fai dormire
cuculo disperato, col tuo richiamo.
Sì, ridaremo i passi alle trazzere,
ci metteremo alle fatiche domani
che i fiumi ritorneranno gialli
sotto i calanchi
e il vento ci turbinerà
i mantelli negli armadi.
Lucania
M’accompagna lo zirlìo dei grilli
e il suono del campano al collo
d’un’inquieta capretta.
Il vento mi fascia
di sottilissimi nastri d’argento
e là; nell’ombra delle nubi sperduto
giace in frantumi un paesetto lucano
da Tutte le poesie. 1940-1953
Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Pubblicato il 20 Aprile 2022