Cultura e Spettacoli

Pane e quotidiano con Salvatore Quasimodo (II parte)

Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.

Salvatore Quasimodo – il cui cognome era Quasimòdo, poi mutato dal poeta in Quasìmodo –  è il secondogenito di Gaetano e Clotilde Ragusa.In seguito al terremoto di Messina del 28 dicembre 1908, i Quasimodo si trasferiscono nella città dello Stretto, dove il padre Gaetano riceve l’incarico di riorganizzare il traffico ferroviario. La famiglia vive in un carro merci, fermo su un binario morto della stazione. A Messina, Salvatore si iscrive all’Istituto Tecnico Matematico e conosce Salvatore Pugliatti e Giorgio La Pira, con i quali stringe un’amicizia destinata a durare tutta la vita. Con loro fonda il mensile «Nuovo Giornale Letterario» al quale collaborano anche Lionello Fiumi, Filippo de Pisis e Giuseppe Villaroel. Conseguito il diploma nel 1919, lascia la Sicilia alla volta di Roma dove si iscrive alla facoltà di Agraria, senza mai completare gli studi. A Roma vive, more uxorio, con Bice Donetti, di circa otto anni più anziana di lui. Su invito del cognato Elio Vittorini (marito della sorella Rosa) – si sposta a Firenze, dove, tra gli altri, conosce Eugenio Montale. Nel 1926 sposa Bice Donetti a cui dedicherà la poesia Epitaffio per Bice Donetti dopo la morte della donna avvenuta nel 1946.

 

 

Ora che sale il giorno

Finita è la notte e la luna

si scioglie lenta nel sereno,

tramonta nei canali.

È così vivo settembre in questa terra

di pianura, i prati sono verdi

come nelle valli del sud a primavera.

Ho lasciato i compagni,

ho nascosto il cuore dentro le vecchie mura,

per restare solo a ricordarti.

Come sei più lontana della luna,

ora che sale il giorno

e sulle pietre bette il piede dei cavalli!

dalla raccolta Ed è subito sera. Poesie, 1942

 

Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte


Pubblicato il 15 Giugno 2022

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