Pane e quotidiano con Salvatore Toma (II Parte)
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.
Salvatore Toma scrive fin da giovanissimo, pubblicando le sue prime raccolte presso case editrici minori. Nella casa di campagna dove vive, nel rione “Ciancole”, possiede un allevamento di alani. Frequenta il prestigioso liceo “Francesca Capece” a Maglie e il preside, Nicola De Donno, raffinato poeta in vernacolo e ricercatore, insieme a Claudia De Lorentis che dirige la Biblioteca Comunale, lo incoraggiano, apprezzando i suoi primi scritti. Salvatore affonda le radici della sua poetica nel mondo classico (da Saffo a Catullo) ed è un lettore vorace di classici francesi e russi. Ma è l’incontro con i maudit, i poeti maledetti, a segnarlo in modo profondo. I versi di Baudelaire, Rimbàud e Mallarmè assumono per la sua parabola esistenziale valore d’iniziazione nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta.
Spremiti Toma
spremiti come
un limone
o spezzati come
si spezza un ramo
d’alloro per
respirare dal vivo, dal profondo.
Questo ordinarsi
di vivere non
ti fa bene non
ti rappresenta più.
Arditi Toma
datti fuoco acqua terra
datti luce
batti palpita schiuditi
battiti.
dal Canzoniere della morte
Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Pubblicato il 11 Maggio 2022