Pane e quotidiano con Vittorio Bodini (II Parte)
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.
Vittorio Bodini nasce negli anni della Grande guerra e a soli tre anni perde il padre. La madre ritorna nel capoluogo salentino, dove Vittorio giunge al conseguimento della maturità classica. All’età di diciassette anni fa il suo esordio sul settimanale “La Voce del Salento”, fondato e diretto dal nonno materno, Pietro Marti, giornalista locale. L’anno successivo aderisce al futurismo e fonda il Futurblocco leccese, vivacizzando con polemiche giornalistiche e iniziative di vario genere l’ambiente culturale cittadino. Pubblica poesie e prose anche su “Vecchio e Nuovo”, un settimanale che ospita le composizioni dei futuristi. Tra gli scritti di quel periodo si segnala il ‘Manifesto ai pugliesi della provincia’, firmato insieme a Elèmo d’Avila, mentre nel febbraio del 1933 dedica alcuni interventi alla mostra di aeropittura di Mino Delle Site, che difende dagli attacchi dei reazionari locali.
La verde noia uccide
I muschi, il capelvenere,
le testoline rosse delle more,
la polla che in silenzio
muove la bocca tremula
come vana figura
che s’allontana in sogno
ogni privata vicenda
hanno disperso. Chiedersi
” a che punto sono con me stesso? “,
non ha senso.
La verde noia uccide
gli idolatrici cuori.
Scivola il sandalo
dal piede,
ghermisce la giacca
(da ‘Serie stazzemese’)
rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Pubblicato il 12 Gennaio 2022