Cultura e Spettacoli

Pane e quotidiano con Wisława Szymborska (III Parte)

Pochi grammi di poesia al giorno  per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.

 

Le poesie di Wislawa Szymborska sono sempre legate all’attualità del suo tempo. Nella raccolta  del 1954, “Domande poste a me stessa”, rende pubbliche le sue riflessioni. Utilizza l’arma dell’ironia e del paradosso per affrontare problemi etici e umani di ampio respiro che diventano motivo di denuncia per lo stato delle cose in cui il mondo intero si ritrova a vivere.

 

Domande poste a me stessa

Qual è il contenuto del sorriso

e d’una stretta di mano?

Nel dare il benvenuto

non sei mai lontana

come a volte è lontano

l’uomo dall’uomo

quando dà un giudizio ostile

a prima vista?

Ogni umana sorte

apri come un libro

cercando emozione

non nei suoi caratteri,

non nell’edizione?

Con certezza tutto,

afferri della gente?

Risposta evasiva la tua,

insincera,

uno scherzo da niente –

i danni li hai calcolati?

Irrealizzate amicizie,

mondi ghiacciati.

Sai che l’amicizia va

concreata come l’amore?

C’è chi non ha retto il passo

in questa dura fatica.

E negli errori degli amici

non c’era colpa tua?

C’è chi si è lamentato e consigliato.

Quante le lacrime versate

prima che tu portassi aiuto?

Corresponsabile

della felicità di millenni –

forse ti è sfuggito

il singolo minuto

la lacrima, la smorfia sul viso?

Non scansi mai

l’altrui fatica?

Il bicchiere era sul tavolo

e nessuno lo ha notato,

finché non è caduto

per un gesto distratto.

Ma è tutto così semplice

nei rapporti fra la gente?

 

da Domande poste a me stessa, trad. Pietro Marchesani

 

Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte


Pubblicato il 3 Febbraio 2022

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