“Pane e Quotidiano”, José de Sousa Saramago
Il 16 novembre 1922, nasce ad Azinhaga, in Portogallo, . Trasferitosi a Lisbona con la famiglia in giovane età, abbandonò gli studi universitari per difficoltà economiche, mantenendosi con i lavori più diversi: fabbro, disegnatore, correttore di bozze, traduttore, giornalista, fino a impiegarsi come direttore letterario. Il suo primo romanzo, “Terra del peccato”, del 1947, non fu ben accolto nel Portogallo oscurantista di Salazar.Nel 1959 si iscrisse al Partito Comunista Portoghese, che all’epoca operava nella clandestinità. Negli anni sessanta, diventò uno dei critici più seguiti; negli anni ‘70 fu direttore del quotidiano “Diario de Noticias” e scrittore a tempo pieno. In tale veste liberò la narrativa portoghese da complessi politici e diede l’avvio ad una generazione portoghese post-rivoluzionaria.Nel 1977 pubblicò “Manuale di pittura e calligrafia”, seguito da “Una terra chiamata Alentejo”, incentrato su una rivolta in una regione del Portogallo. Ma è con “Memoriale del convento” (1982) che ottiene finalmente il successo tanto atteso. In sei anni pubblica due opere di grande impatto: “L’anno della morte di Riccardo Reis” e “La zattera di pietra”, ottenendo numerosi riconoscimenti. Gli anni Novanta lo consacrano sulla scena internazionale con “L’assedio di Lisbona”, “Il Vangelo secondo Gesù” e “Cecità”. Nel 1998 gli viene conferito il premio Nobel.
Vengano infine
Vengano infine le alte allegrie,
le ardenti aurore, le notti calme,
venga la pace agognata, le armonie,
e il riscatto del frutto, e il fiore delle anime.
Che vengano, amor mio, perché questi giorni
son di stanchezza mortale,
di rabbia e agonia
e nulla.
rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Pubblicato il 16 Novembre 2021