Cultura e Spettacoli

Pane e quotidiano ‘La fascìdde’ di Lino Angiuli

Pochi grammi di poesia al giorno  per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi. E ogni sabato ‘la fascìdde’ ovvero una scintilla di poesia dialettale

Lino Angiuli è un poeta e scrittore italiano. Nato il 6 giugno del 1946 a Valenzano (Bari), attualmente vive a Monopoli. Ha diretto per la Regione Puglia il Centro Regionale dei Servizi Educativi e Culturali ed è collaboratore dei Servizi culturali della Rai. Ha fondato alcune riviste letterarie, tra le quali Incroci,  pubblicata da Adda Editore, che co-dirige insieme a Raffaele Nigro. Ha iniziato a scrivere all’età di 18 anni e attualmente ha all’attivo quindici raccolte poetiche in lingua italiana e dialettale. La terra in cui è nato è spesso spunto per i suoi lavori, di fatti la sua attività di giornalista e di scrittore ha  costituito un momento di forte valorizzazione della cultura popolare pugliese che ne ha permesso la diffusione oltre i confini nazionali. Suoi testi poetici sono stati tradotti in altre lingue. Della sua produzione letteraria si parla in antologie, storie letterarie ed enciclopedie della Letteratura italiana. Tra le numerosissime pubblicazioni ricordiamo: “Santi di casa nostra, la Puglia dei patroni e delle feste patronali”.Raffinato ed originale poeta, ha  dato alle stampe, tra le altre, “Liriche” (1967), “La parola l’ulivo” ( 1975), “Iune la lune” (1979), “Campi d’alopecia” ( 1979), “Amar clus” (1984), “Di ventotto ce n’è uno” (1991), “Catechismo” (1998), “Daddò daddà” (2000) , “Un giorno l’altro” (2005).

 

 

Mamme faceve u fermagge e ’nge mettève u diste

’ngule alle iaddine p’appurà ce ière matrate l’ùeve

ca m’avev’a da’ a mmè ognè mmatine

decève “u àrue de la rise” senza sapè de Garsialorche

(u poète accise u zegnere du delore che me ’mbarò

ad asseppange alla lune u sedore).

Mamme sta ddò da millanne e picche u crete

ca ha v’a merì auànne.

 

Mamma faceva il formaggio e gli metteva il dito

in culo alle galline per appurare se era maturato l’uovo

che m’aveva da dare a me ogni mattina

diceva “l’albero del sorriso” senza sapere di Garcialorca

(il poeta ucciso lo zingaro del dolore che m’insegnò

ad asciugarle alla luna il sudore).

Mamma sta qui da mill’anni e poco lo credo

che morirà quest’anno.

 

Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte

 


Pubblicato il 18 Marzo 2023

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