Pane e quotidiano, la Poesia è di tutti
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi
La poesia di Federico García Lorca ci aiuta a riflettere sulla natura del dolore. Il poeta lo catalizza e lo esprime in un componimento molto introspettivo che sintetizza i dubbi che ognuno di noi nutre in merito al rapporto fra la vita e le sofferenze. Versi intensi che dimostrano come si possa trarre una riflessione vitalistica proprio partendo dalla consapevolezza della nostra di finitudine.
Canzone d’autunno
Oggi ho nel cuore
un vago tremolio di stelle
ma il mio sentiero si perde
nell’anima della nebbia.
La luce mi tronca le ali
e il dolore della mia tristezza
bagna i ricordi
alla fonte dell’idea.
Tutte le rose sono bianche,
bianche come la mia pena,
ma non sono rose bianche,
è scesa la neve su di loro.
Prima ebbero l’arcobaleno.
E nevica anche sulla mia anima.
La neve dell’anima
ha fiocchi di baci
e scene calate nell’ombra
o nella luce di chi le pensa.
La neve cade dalle rose,
ma quella dell’anima rimane,
e gli artigli del tempo
ne fanno un sudario.
La neve si scioglierà
quando verrà la morte?
O avremo altra neve
e altre rose più perfette?
Sarà con noi la pace
come c’insegna Cristo?
O forse il problema
non sarà mai risolto?
Ma se c’inganna l’amore
Cosa sosterrà la nostra vita
se il crepuscolo ci affonda
nella vera scienza
del Bene che chi sa se esiste
e del Male che incombe alle spalle?
Se muore la speranza
e risorge la Babele,
quale torcia farà luce
sulle strade in Terra?
Se l’azzurro è un sogno
dove mai finirà l’innocenza?
Cosa mai sarà il cuore
se l’Amore non ha frecce?
Se la morte è la morte,
dove finiranno mai i poeti
e le cose addormentate
che nessuno più ricorda?
Oh sole di tante speranze!
Acqua chiara! Luna nuova!
Cuori dei bambini!
Anime rudi delle pietre!
Oggi ho nel cuore
un vago tremolio di stelle
e tutte le rose sono bianche
bianche come la mia pena.
Federico García Lorca
Giovanni Segantini, La morte,1899, Segantini Museum
Non moriranno mai i poeti della parola o del pennello perchè sanno raccontare, all’unisono in questo caso, il senso di gelo come neve che si posa sui nostri dubbi e sulle nostre aspettative; ma quella nuvola bianca con le ali grandi sembra poter accendere il sole della speranza.
A cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Selezione iconografica a cura di Chiara Troccoli Previati
Pubblicato il 28 Novembre 2024