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Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi

Del premio Nobel portoghese José Saramago questa poesia in cui l’autore tiene lo sguardo rivolto al cielo in un tramonto che immaginiamo di forte impatto visivo e paesaggistico. Il poeta travalica con l’anima l’immagine dipinta che ha lì davanti per mettersi a dialogare col sole a cui probabilmente chiede di aprirgli uno squarcio nella memoria. I movimenti del cielo sono in sintonia con il movimento del suo pensiero. Ma un tramonto è anche metafora del chiudere gli occhi, con innumerevoli tramonti che “affollano i ricordi”.

Tramonto

 

Cos’altro mai puoi dirmi che io non sappia,
vena del sol che sangue dai alla terra,
sfilacciar quieto di nebbia rifratta
tra l’azzurro del mare e il ciel vermiglio?
Quanti tramonti affollano i ricordi,
quante lingue di fuoco sulle acque,
e tutti si confondono, di notte,
quando, calato il sole, chiudi gli occhi.

José Saramago

Foto di Fernando Stendardo, Tramonto a Leuca

Le vene del sole al tramonto estivo danno sangue al mare e alla terra e risvegliano in noi pensieri e ricordi dal profondo.

A cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte. Selezione iconografica a cura di Chiara Troccoli Previati

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Pubblicato il 2 Ottobre 2024

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