Pane e quotidiano, la Poesia è di tutti
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi
Wislawa Szymborska ci chiede di riflettere sulla spersonalizzazione dell’individuo in una società in cui il singolo viene appiattito e standardizzato come in un curriculum vitae. L’autoritratto che emerge da uno schematico percorso di vita non corrisponderà mai alla reale identità, né all’autentico vissuto dell’individuo e sarà l’esteriorità della forma a determinarne il futuro.
Il curriculum
Che cos’è necessario?
È necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si è vissuto
il curriculum dovrebbe essere breve.
È d’obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all’estero.
L’appartenenza a un che, ma senza perché.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l’orecchio in vista.
E la sua forma che conta, non ciò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.
Wislawa Szymborska
Renè Magritte, conchiglia a forma di orecchio,
Ironia coincidente e spiazzante nel testo della Szymborska e nell’opera di Magritte che esalta la meravigliosa natura coclide delle conchiglie e dell’orecchio umano. Per lei serve ad ascoltare l’amaro suono del curriculum cestinato, per lui l’eco del mare avvicinando la conchiglia a un orecchio.
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A cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Selezione iconografica a cura di Chiara Troccoli Previati
Pubblicato il 21 Maggio 2025