Cultura e Spettacoli

“Pane e Quotidiano”, Massimo Ferretti

La notte del 20 novembre 1974 muore, a Roma, Massimo Ferretti; nato a Chiaravalle nel  1935. Nel ‘42 gli viene diagnosticata un’endocardite reumatica con dolori nella zona del mediastino, per cui fu costretto fin dalla più tenera età a lunghe assenze da scuola. Nel novembre ‘55 si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell’università di Perugia, ma non si laureerà mai. Nel ‘61 è a Roma alla ricerca di lavoro. Frequenta l’ambiente letterario: vede con assiduità Pasolini e Attilio Bertolucci, inizia a collaborare alla pagina libri di «Paese sera».Angustiato da problemi economici e dalla ricerca di un impiego stabile che non riesce ad ottenere, nel ‘63 pubblica la raccolta “Allergia” e il romanzo Rodrigo.Vince, con “Allergia” il Premio Viareggio «Opera Prima». Decide, in contrasto con Pasolini, di pubblicare “Il gazzarra”, per la Feltrinelli, accolto con silenzio e ostilità dalla critica. Tornato a Jesi eredita un’attività commerciale nel settore dei prefabbricati edilizi. Stanco e deluso, smette di scrivere. Nel ‘67 è a Londra per perfezionarsi nella lingua inglese. Abbandonato il commercio, inizia a tradurre professionalmente dall’inglese. Negli ultimi anni conduce una vita appartata e, clandestinamente, inizia la stesura di Trunkful, romanzo semi-autobiografico.

 

Polemica per un’epopea tascabile

 Sono un animale ferito. Ero nato per la caverna e per la fionda, per il cielo intenso e il piacere definitivo del lampo: e mi fu data una culla morbida ed una stanza calda.
Ero nato per la morte immutabile della farfalla: e l’acqua che mi crepò il cuore m’avrebbe solo bagnato.Ero nato per la felicità della solitudine e il panico vergine dell’incontro: e mi sono ritrovato in una folla di eroi incatenati.
Ero nato per vivere: e m’avete maturato nella morte autorizzata dalla legge, nell’orgoglio delle macchine, nell’orrore del tempo imprigionato.
Ma resterò. Resterò a rincorrere la vostra perfezione di selvaggi
organizzati nelle palestre, educati nelle caserme, ammaestrati nelle scuole: per la morte veloce delle bombe, per la morte lenta degli orologi delle seggiole dei telefoni.
Ma sappiate che io non so nuotare: e il coltello dell’odio e dell’amore l’ho sepolto nel mare.

 

rubrica  a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte


Pubblicato il 20 Novembre 2021

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