Pane e quotidiano,la Poesia è di tutti
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi
L’atmosfera raccolta e familiare, rende il componimento di Alfonso Gatto lieve e nello stesso tempo denso nel nostalgico ricordo d’un affetto perduto. Anche se il padre non c’è più fisicamente, una parte di lui vive ancora nell’animo del figlio, come una sorta di presenza, una luce che gli indica ancora la strada e lo guida a vedere il bello e il buono del mondo. «Com’è bella la notte e com’è buona…» è la chiave per superare il vuoto della mancanza e della finitudine.
A mio padre
Se mi tornassi questa sera accanto
lungo la via dove scende l’ombra
azzurra già che sembra primavera,
per dirti quanto è buio il mondo e come
ai nostri sogni in libertà s’accenda
di speranze di poveri di cielo,
io troverei un pianto da bambino
e gli occhi aperti di sorriso, neri
neri come le rondini del mare.
Mi basterebbe che tu fossi vivo,
un uomo vivo col tuo cuore è un sogno.
Ora alla terra è un’ombra la memoria
della tua voce che diceva ai figli:
“Com’è bella la notte e com’è buona
ad amarci così con l’aria in piena
fin dentro al sonno”. Tu vedevi il mondo
nel novilunio sporgere a quel cielo,
gli uomini incamminati verso l’alba.
Alfonso Gatto da La storia delle vittime (1945)
Plenilunio estivo, fotografia di Chiara Troccoli
Quando il mondo sembra buio può venirti accanto, anche lì “dove scende l’ombra azzurra” una luce “che sembra primavera”. È la luce di chi ci ama da lassù.
A cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Selezione iconografica a cura di Chiara Troccoli Previati
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Pubblicato il 21 Novembre 2024