Cronaca

Parco Alta Murgia, emergenza cinghiali

Domenica scorsa in un bosco dell’aretino due bambini sono stati feriti in modo non grave da un cinghiale in fuga perché inseguito da una muta di cani liberati da cacciatori impegnati in una battuta. Può una cosa del genere succedere da noi? Ebbene sì. Fu una decisione sciaguratissima quella presa tredici anni fa, quando il cinghiale venne reintrodotto in Puglia. Quei 170 esemplari liberati nel Parco dell’Alta Murgia sono divenuti circa 1500. I danni chiesti dagli agricoltori all’Ente Parco e alla Provincia assommano a centinaia di migliaia di euro. I cinghiali devastano ogni coltivazione. Uva, zucchine, caroselli, pomodori o fagiolini, per questi animali non fa differenza. Onnivori, invadenti e inarrestabili, i cinghiali si stanno dimostrando anche ingegnosi : se hanno voglia di mandorle si strofinano al tronco di queste piante fino a farne cadere i frutti ; poiché sono anche cacciatori di lumache, non esitano ad abbattere i muri a secco… C’è poi il rischio igienico : Il cinghiale ha un ruolo nella epidemiologia di alcune malattie infettive trasmissibili all’uomo (brucellosi, tubercolosi, tularemia e toxoplasmosi) e al suino (Malattia di Aujeszky). Infine il problema incolumità. Il cinghiale in sé non è pericoloso per l’uomo, ma la femmina con i cuccioli essendo estremamente protettiva può arrivare ad attaccare anche in caso di incontro casuale. Un contadino di Ruvo, che una mattina si vide invadere il campo da una mandria, vistosi ‘puntato’ dovette cercare scampo in cima ad un olivo. Il problema cinghiali è divenuto un’emergenza, al quale proposito Provincia ed Ente Parco stanno mettendo a punto un Piano di Gestione. In attesa che tale piano prenda il via, prevalgono le soluzioni fai-da-te : tagliole e bocconi avvelenati. Il resto lo fanno cacciatori e bracconieri. Il 23 settembre scorso, nonostante i divieti (la caccia al cinghiale è proibita sino al primo novembre), tre capi sono stati abbattuti durante una battuta di caccia ai confini di La Capoposta, una contrada boschiva delle campagne di Ruvo ; tre i cacciatori denunciati. Da più parti in Puglia si domanda che il dagli-al-cinghiale copra un lasso di tempo più ampio di quello riservato alle specie sottoposte a ‘prelievo venatorio’. Nel Savonese, per esempio,  questo tipo di caccia determinata dalle stesse ragioni di emergenza è stata anticipata al 15 settembre “per squadre regolarmente costituite e singoli autorizzati”. Intanto, in caso di dispersione di nidiata, gli esperti sconsigliano di raccogliere i cuccioli. Anche se il loro allevamento non presenta difficoltà, il contatto con l’uomo ed il conseguente fenomeno di ‘imprinting’ modifica il loro comportamento in modo irreversibile, rendendo impossibile il riadattamento alla vita selvatica.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 16 Ottobre 2013

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio