Parco della giustizia: approvato il progetto con vista sull’appalto integrato, ma…
Ieri il commissario straordinario Ficchì ha definito l'ultimo atto tecnico prima della gara d'appalto
Sede unica della giustizia a Bari: ha fretta il commissario straordinario Antonio Ottavio Ficchì di realizzare il Parco della Giustizia di Bari; e così ieri è stato finalmente definito la procedura e approvato il progetto definitivo dell’opera. E l’Agenzia del Demanio – stazione appaltante – a sua volta ha immediatamente comunicato che pubblicherà ‘nei prossimi giorni’ il bando per l’appalto integrato, mentre Bari si prepara a ospitare il più grande Polo Giudiziario d’Italia per un’opera inserita in intervento di riqualificazione e rigenerazione di un’area in disuso. Il progetto approvato ieri dal commissario Ficchì è stato presentato in ‘pompa magna’ all’inizio dell’autunno scorso e se l’intervento più lungo a articolato è stato quello del viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, anche lui presente alla cerimonia dinanzi ad autorità civili, militari e religiose -…come si dice – a commissario e tecnici è toccato spiegare lo stato di avanzamento dei lavori. In particolare quelli di demolizione e bonifica dell’ex Caserme Milano e Capozzi – già concluse – in un progetto che – come detto – avrà un ‘forte impatto sul piano economico, sociale e ambientale’. Ed è proprio questo ‘forte impatto’ paventato dal Demanio che preoccupa altrettanto fortemente il comitato di scopo per un vero parco, al rione Carrassi, con timori e dubbi sfociati in una serie infinita di ricorsi ed esposti in sede amministrativa e penale. Tutti atti che però, almeno finora, sono stati respinti o archiviati dall’autorità giudiziaria locale. “Il Parco della Giustizia di Bari – ha spiegato all’inizio di ottobre 2023 al centro dell’Aula Magna di Giurisprudenza la direttrice dell’Agenzia del Demanio Alessandra dal Verme – rientra in una strategia più ampia che l’Agenzia del Demanio sta attuando in tutto il Paese per riqualificare immobili poco o male utilizzati e nel caso di Bari gli interventi sono stati inseriti in un contesto urbano per rigenerare le città. Ci troviamo di fronte a una delle migliori pratiche da replicare su tutti i grandi progetti che l’Agenzia sta realizzando. Puntiamo a creare immobili autosufficienti dal punto di vista energetico per restituire ai cittadini nuovi servizi, ma anche spazi aperti per lo sport, la socializzazione, la cultura. Insieme all’Università di Bari abbiamo avviato un dialogo per ascoltare le esigenze della società civile e per condividere gli sviluppi dei progetti con la cittadinanza”. In attesa di tutta questa condivisione che per ora s’è svelata solo a parole, il sottosegretario e avvocato barese Sisto ha invece avuto modo più volte di mostrare grande ottimismo e aspettative, per dotare questa Città d’una sede giudiziaria degna, in linea con norme edilizie e urbanistiche. “Siamo in perfetta armonia col cronoprogramma per il parco della giustizia e questo mi rincuora perchè, al di là delle dichiarazioni, bisogna sempre fare i conti con la realtà e Bari ha diritto di avere un presidio degno della giustizia”. Con questa operazione, dal valore di circa 405 milioni di euro, il Ministero della Giustizia, committente e principale finanziatore dell’intervento, ha fornito, dunque, una risposta all’istanza pluridecennale di spazi destinati agli uffici giudiziari, attualmente dislocati in più sedi sul territorio comunale. Uffici e aule di giustizia dove, fino ad alcuni anni fa, lavoravano centinaia di giudici e avvocati poi dichiarate fuorilegge dalla stessa Magistratura. Com’è successo col ‘palazzaccio’ di via H. Nazariantz, con una sentenza del Tribunale di Bari (Giudice Calia Di Pinto) che dovrebbe essere letta e riletta ancora oggi, per non ripetere quegli stessi abusi, sempre a livello urbanistico, di cui purtroppo questa Città vanta tanti, ma proprio tanti casi. Ma torniamo subito a quest’ultimo progetto in un’ex area militare che prevede la realizzazione di quattro edifici e d’un grande parco che -…almeno sulla carta – si candida a diventare il più esteso della città, con circa novecento alberi, parcheggi e perfino percorsi per la ‘mobilità dolce’ che attraverseranno il parco, a beneficio della cittadinanza. Quei cittadini e comitati a difesa del verde che sembrano non poco preoccupati, pronti a presentare altri ricorsi a difesa di quel vero, grande e unico parco a Bari/Carrassi. Ciò che aveva vagheggiato, più di mezzo secolo fa, l’ing. Ludovico Quatroni col suo piano urbano di Bari…
Francesco De Martino
Il caso
Si costruisce ancora negli spazi destinati al verde
La decisione arrivò una ventina di anni fa dal tribunale di Bari e a decidere fu il giudice in funzione monocratica Rossella Calia di Punto con una sentenza di lottizzazione abusiva che dispose l’acquisizione dell’immobile di proprietà dell’Istituto Nazionale Infortuni del Lavoro (Inail) in via Nazariantz, a Bari. Una sentenza che fece scalpore in quanto in quel ‘palazzaccio’ si esercitavano le funzioni penali con uffici, aule e segreterie particolari di giudici di corte d’assise, indagini preliminari e pubblici ministeri dislocati su ben sette piani. Secondo il giudice, i costruttori avevano costruito l’ immobile per adibirlo a servizi per la residenza, per poi destinarlo invece a uffici giudiziari che però, alcuni anni dopo, fu sequestrato per essere poi assegnato al patrimonio comunale. In realtà quell’immobile sorgeva in una zona che il piano regolatore generale di Bari destinava -come detto – a servizi per la residenza, proprio come starebbe accadendo per il nuovo parco della giustizia a Carrassi. Secondo gli ambientalisti baresi, difatti, Agenzia del Demanio, Ministero della Giustizia e Comune di Bari hanno deciso di erigere la nuova, grande sede unica della giustizia ancora una volta all’interno di un’area che quello stesso piano regolatore (risalente al lontano 1976) ha destinato a verde di quartiere e che per legge non potrebbe nemmeno essere intaccata da delibere in variante. Si andrà a costruire, dunque, proprio in fondo al prolungamento di quell’altro, grande parco cittadino 2 giugno (tra via Einaudi e via della Costituente) laddove l’ing. Quaroni -redattore del PRG- aveva previsto l’unico, grande polmone verde della Città di Bari. Un grande polmone verde che rischia di non vedere mai più la luce e per il quale si sta ancora battendo il “”comitato di scopo”” guidato da Leonardo Scorza.
(fdm)
Pubblicato il 6 Settembre 2024