Primo Piano

Parco della Giustizia: il Demanio decanta il cantiere perfetto

Zero dispersioni, recupero e riciclo dei materiali demoliti e riduzione dei consumi energetici

Terminate le demolizioni delle ex Caserme ‘Milano’ e ‘Capozzi’, all’Agenzia del Demanio si aspetta giugno per approvare il progetto esecutivo e bandire l’appalto integrato, prima di passare finalmente ad affidare i lavori della sede unica della giustizia a Bari. Il progetto del “Parco della Giustizia”, infatti, prevede l’accorpamento di tutti gli uffici giudiziari, realizzando per di più un grande parco verde che punta a diventare il centro nevralgico e sociale dell’intero quartiere, sempre dialogando con l’intera città di Bari. Nell’attesa, però, la stazione appaltante ci tiene a far sapere che gli interventi di demolizione e bonifica dell’area svolti finora sono stati eseguiti “nel rispetto del cronoprogramma e attraverso misure e azioni in chiave sostenibile, col recupero e riciclo del 98,3% del materiale demolito, pari a 137.818 mc. L’obiettivo, ovviamente, mantenere i più alti ‘standard’ di sicurezza, con ogni misura necessaria ad annullare la dispersione di polveri nell’ambiente, fuori dall’area di lavorazione. “Un sistema di rilevazione innovativo, integrato anche con postazioni fonometriche per la registrazione dei rumori, ha permesso di effettuare un costante monitoraggio dell’area per tutta la durata del cantiere, con l’obiettivo prioritario di rispettare il benessere dei cittadini, dell’ambiente e delle specie animali e vegetali”, si legge nel comunicato diffuso ieri dall’Agenzia romana di Via Barberini che decanta senza mezzi termini il suo ‘cantiere perfetto’ per contenimento dei consumi di energia e tutto quanto il resto. In un’area, insomma, che tiene sotto controllo ogni minima emissione di gas, riutilizzando le acque piovane e di cantiere ed evitando tutti gli sprechi. Per dirla in breve, l’Agenzia del Demanio coi suoi operai, tecnici e professionisti non ha lesinato, per salvaguardare fauna e flora (in particolare 237 specie arboree) a cui si aggiungeranno le nuove piantumazioni di progetto e gli interventi sugli alberi “malati e infestanti”, proteggendo la vegetazione dell’intera area. Di avviso diverso, invece, il comitato di scopo per un ‘vero parco verde a Bari/Carrassi’ che s’è opposto anche all’archiviazione decisa un paio di mesi fa dalla Procura della Repubblica di Bari. Contestando puntigliosamente tempi, modi e mancate bonifiche all’interno del cantiere aperto a fine maggio dell’anno scorso. Finanche sugli alberi abbattuti all’interno dell’area – si sarebbero lasciati in piedi solo pochi alberi, giusto lungo un perimetro di rispetto – c’è stato parecchio da ridire, richiamando le norme a tutela delle aree boschive. E poiché in quell’area militare s’è costruito più di ottant’anni fa, quando si faceva larghissimo uso di sostanze non ancora ritenute pericolose e all’ex caserma ‘Capozzi’ si effettueranno scavi molto profondi, al giudice dell’indagine preliminare sono state richieste verifiche e controlli supplementari. Solo per tutelare la pubblica salute…(fra.dema.)


Pubblicato il 8 Marzo 2024

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio