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Parco della Giustizia: lunedì in aula il progetto già ‘stravolto’

Il Comitato consegna un documento ai consiglieri comunali con le ragioni per un parco verde a Carrassi

Dopodomani c’è Consiglio Comunale e all’OdG punto 4) si discuterà: “”Parco della Giustizia. Espressione del comune di Bari in conferenza di servizi ai sensi e per gli effetti del decreto-legge n. 121/21 (art. 9) convertito con modificazioni dalla l. 9 novembre 2021, n. 156 (in g.u. 09/11/2021, n. 267)””. Un punto certamente importante, ma con un oggetto parecchio ‘criptico’ per chi non è esperto di diritto, leggi e piani regolatori, ma soprattutto non conosce i dettagli del progetto portato avanti dal Demanio e proposto dal Comune di Bari, di costruire la sede unica della giustizia in Città dove prima c’erano due caserme militari. Due caserme abbandonate da anni, ma piene zeppe di alberi secolari che, in gran parte, saranno abbattuti per far posto a palazzoni, uffici e aule di tribunali. A tentare di difendere quell’ultimo pezzo del quartiere Carrassi scampato al ferro e cemento c’è un Comitato di scopo “per un parco verde di quartiere alle ex Casermette Capozzi e Milano” guidato dall’ex presidente della VI Circoscrizione Leonardo Scorza. Che, proprio in vista della discussione in aula di lunedì 3 aprile, ha stilato un documento d’una mezza dozzina di pagine (in dieci capitoli) per informare cittadini e consiglieri comunali. Si parte dalla incompatibilità delle valutazioni del Sindaco, espresse anche in qualità di Assessore all’Urbanistica ed Edilizia e, passando per l’ostracismo degli organi d’informazione locale, s’arriva fino allo “”stravolgimento del progetto aggiudicato per oltre la metà””. Che significa? Semplicemente che gli edifici previsti sarebbero aumentati ‘vertiginosamente’ in altezza e il costo dell’opera aumentato, come detto, di oltre 110 milioni di euro “”…senza alcuna dimostrazione, giustificazione e, soprattutto, senza copertura””. Il comitato di cittadini che per salvare le due ex caserme aspetta speranzoso il responso del Consiglio di Stato, in questo documento fa una disamina attenta e puntuale riferendosi ‘in primis’ al quel Piano Regolatore “Quaroni” che, dal 1976, aveva tra i suoi punti di forza grandi assi di scorrimento, in particolare l’asse nord-sud che incanalava il traffico pesante dalla tangenziale e collegato all’area portuale il “tondo di Carbonara”. Al suo interno, un’area di circa 40 ettari, avrebbero trovato sede palagiustizia ed edifici pubblici (tra cui la nuova Regione Puglia), ma questo piano è stato scartato dalle amministrazioni comunali che si sono succedute negli ultimi vent’anni, fin quando Michele Emiliano presentava un progetto privato a ovest dell’area del tondo, a firma dell’architetto di Barcellona Oriol Bohigas, mentre un’altra proposta per la sede unica della giustizia a Bari, presentata da una cordata di imprenditori locali, prevedeva la realizzazione della sola sede del tribunale penale alla periferia del quartiere Carbonara. Un progetto che si poneva quindi come ‘alternativo’ a quello della Pizzarotti da Parma, ossia la realizzazione della famosa cittadella della giustizia nel Tondo. Fino all’ultimo, nato nel 2014, che prevede la realizzazione delle aree destinate alla giustizia barese in aree demaniali dismesse in quanto, si leggeva nella delibera di nove anni fa, esiste “”…l’obbligo di legge di utilizzare beni demaniali ai fini del contenimento della spesa pubblica””. Stando però al PRG, quelle aree avrebbero dovuto essere destinate a “Verde di Quartiere”, in una città come Bari già povera di verde, che vede il capoluogo indossare una maglia nera, anzi nerissima. Tra le peggiori città d’Italia, quanto a consumo di suolo e cementificazione, come hanno ricordato più e più volte i componenti del comitato per un parco vero. E non fasullo, visto che nelle aree occupate dalle ex caserme sono presenti aree verdi per una superficie di oltre 40 mila mq, con ben 314 alberi di alto fusto piantati nel lontano 1940, quando furono costruite le caserme molto fuori dalla cintura urbana dell’epoca. E quest’area s’innesta nel “Cuneo Verde” del Piano Quaroni, già funestato da una serie di costruzioni abusive: dal recente ‘Park & Ride’ di via della Costituente, agli ‘adiacenti edifici commerciali’, si legge ancora nel dettagliato ‘dossier’ consegnato ai consiglieri in vista del Consiglio di dopodomani. Per concludere, a Carrassi l’attuale quantità di Verde è di circa 65 mila mq, che corrisponde a circa 2mq per abitante e attualmente l’insieme dell’esistente “Parco 2 Giugno” e delle aree a “Verde” (già esistenti) costituisce oltre i 2/3 dell’intero “Cuneo Verde” previsto dal PRG e l’eliminazione delle aree delle casermette (che poi è verde al servizio del quartiere) comporterebbe che la quantità residua di “Verde di Quartiere” si ridurrebbe a una superficie di appena 150 mila mq, molto al di sotto del “limite minimo inderogabile” di 11mq per abitante prescritto dal Piano Regolatore cittadino, in violazione alla legge. Giusto perchè nessuno in aula dica…non sapevo!

Francesco De Martino


Pubblicato il 1 Aprile 2023

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