Parco della Giustizia: pronti ad aggiudicare, ma ancora troppi ricorsi da decidere
Al lavoro la commissione per il mega-appalto della sede unica dei tribunali a Bari/Carrassi
Tempi sempre più stretti nella gara per costruire finalmente la sede unica della giustizia a Bari, un mega-appalto integrato che, causa lievitazione prezzi, potrebbe alla fine sfiorare i 370 milioni di euro e che vede già in fila coi loro ribassi e offerte le più importanti imprese pugliesi: da Barozzi e De Bartolomeo a Manelli, fino a Guastamacchia passando per Bonerba e Matarrese senza tenere conto delle altre ditte anche settentrionali associate che non aspettano altro che l’aggiudicazione definitiva della commissione nominata dalla stazione appaltante. Ma se Agenzia de Demanio e Ministero della Giustizia hanno innestato la quinta marcia e tutti sembrano proprio avere una gran fretta per inaugurare il cantiere ai margini del quartiere Carrassi/San Pasquale (15 ettari rigenerati e restituiti alla città, investimenti per 405 milioni, risparmi per 3,6 milioni annui sui fitti passivi, fonte Demanio) anche il legale del comitato di scopo “per un vero parco” non sta a guardare, dopo l’ultima accelerata per avviare i lavori. Infatti, con un’istanza rivolta ai giudici amministrativi di primo e secondo grado, l’avvocato Fabrizio Lofoco del Foro di Bari ha chiesto l’anticipazione dei giudizi ancora pendenti. Contenziosi che, a parere del legale, non possono tirare ancora molto per le lunghe, proprio a causa dei danni incalcolabili che, invece, potrebbero esser prodotti, casomai i lavori per l’opera tanto attesa da giudici, avvocati e viceministri dovessero iniziare e procedere per essere, magari, anche solo sospesi dai magistrati…e poi malauguratamente revocati. Proprio com’è accaduto alte volte in passato in questa città allorquando – pur andando abbastanza lontano nel tempo – a Bari si costruivano palazzoni in ferro e cemento che lambivano la costa o sedi regionali illegali, dichiarate tali dai giudici che, però, non ne avevano ordinato la demolizione in quanto troppo avanti nei lavori. E’ accaduto a Bari sul lungomare Perotti e per la sede unica della Regione Puglia in via Gentile, a Bari/Japigia, per la quale i contribuenti stanno ancora pagando risarcimenti milionari. Tuttavia, tra i motivi d’impugnazione sollevati dall’avvocato Lofoco per quest’ultima, grande opera sui quali i giudici del tribunale amministrativo e del Consiglio di Stato devono ancora pronunciarsi, ci sarebbero i documenti urbanistici che avevano previsto, per l’intera area delle due ex caserme, la destinazione a “spazi verdi”, connotati come “Corridoio Ecologico”, avendo assegnato, alla stessa area delle due ex caserme sui cui dovrebbero sorgere i quattro, enormi fabbricati di cemento che accoglieranno aule, uffici e archivi di giustizia a Bari/Carrassi, la denominazione di “Parco Casermette”. Tanto che, anche sulla scorta della <<…normativa da tempo preannunciata dalla Commissione Europea, un gruppo di associazioni locali aveva elaborato una propria ipotesi progettuale che prevede la piantumazione di oltre 5mila alberi d’alto fusto -sempre sull’intera area delle vecchie caserme – a cui aveva attribuito la denominazione di “Parco Alberato Carrassi”, oltre che “Parco Falcone e Borsellino”. Ma aspettano risposte da parte dei magistrati inquirenti anche altre denunce -sulle quali sta ancora indagando la Procura di Bari – dopo due delibere del Consiglio Comunale risalenti al 2023, emanate a distanza d’un paio di settimane l’una dall’altra, in evidente contraddizione. Insomma, se stazione appaltante e imprese hanno fretta di costruire grandi opere in cemento armato che attireranno a Carrassi/San Pasquale quotidianamente migliaia di auto, anche cittadini e comitati hanno diritto di sapere fino a che punto sarà salubre l’aria che respireranno.
Francesco De Martino
Pubblicato il 16 Gennaio 2025