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Parco della giustizia: ruspe in azione di domenica, tra polvere e detriti

L'altra mattina lavori in corso per la demolizione delle vecchie camerate all'interno delle ex caserme

‘Ora et labora’…ma non di domenica, la regola dei benedettini. Invece, si lavora anche di domenica, a Bari, per la demolizione delle ex strutture militari all’interno del cantiere per la sede unica della giustizia, necessaria per accorpare gli uffici giudiziari sparpagliati dappertutto, in città. Un cantiere dove si sta realizzando, oltre a un parco di notevoli dimensioni, quella sede giudiziaria attesa da oltre trent’anni da giudici e avvocati baresi che qualche tempo fa hanno celebrato le loro udienze sotto alle tende. Un cantiere di grande importanza, dunque, ma senza però con ciò rinunciare a prudenza e attenzione necessaria, nel corso delle opere al quartiere Carrassi. E invece, nella foto che mostriamo – scattata domenica 27 agosto in  viale Falcone e Borsellino – si nota una ruspa che butta giù uno dei vecchi fabbricati nell’ex area militare, ma si nota anche un’enorme nuvola di polvere e detriti. Un nuvolone bianco che, dal cantiere, s’invola dritta verso le palazzine là di fronte -…a pochissima distanza – appestando l’aria e tutto quel che c’è attorno. Un brutto biglietto di presentazione, insomma, per quel cantiere tanto decantato che, stando alle intenzioni dei progettisti, doveva essere uno dei primi cantieri pubblici ad adottare misure e azioni “virtuose in chiave sostenibile su sicurezza, riciclo, monitoraggio ambientale e contenimento dei consumi idrici ed energetici”. Misure ignorate o perlomeno sottovalutate, stando alla   polvere sollevata l’altro giorno, forse senza usare nemmeno la precauzione di gettare acqua, nell’area interessata ai lavori, prima di azionare le ruspe. Distrazione o premura?, dunque, la domanda che si poneva chi usciva dal supermercato di Viale Giovanni Falcome e Paolo Borsellino – aperto anch’esso di domenica – che guardavano dal ‘murales’ a pochi passi. Chissà, forse la penuria di operai disposti a sacrificare la giornata normalmente non lavorativa, ovvero la fretta di portare a termine i lavori in corso – lavorando anche di domenica – per guadagnare tempo rispetto ai sei mesi preventivati nelle opere di demolizione. Una situazione, in ogni caso, da rivedere, all’interno del cantiere per il parco della giustizia che vede il Ministero della Giustizia committente e principale finanziatore d’un intervento risalente a ottobre dell’anno scorso che però, stando agli esposti del comitato per un grande parco verde a Carrassi, avrebbe subito già notevoli lievitazioni di costi (…in pochissimi mesi), senza contare le irregolarità (da accertare) sul fonte sia penale e sia ambientale. Un ‘megacantiere’, peraltro, su cui sono puntati gli occhi non solo di Agenzia del Demanio, Ministero e Comune, ma anche Prefettura di Bari e organizzazioni sindacali, dopo la sottoscrizione di vari protocolli per il mantenimento dei più “alti standard di sicurezza e tutela ambientale, durante l’esecuzione dei lavori. Con l’utilizzo delle più “moderne tecnologie” -si legge ancora nei comunicati dall’Agenzia del Demanio, stazione appaltante – tra cui il monitoraggio con l’impiego di droni dotati anche di telecamere a infrarossi. E nelle premesse, addirittura, l’adozione di misure di contenimento atte a ridurre proprio la dispersione di polveri in ambiente fuori dall’area di lavorazione, con sistema di monitoraggio ambientale attivo per tutta la durata dei lavori. Che però, l’altra mattina non funzionava bene, data la notevole presenza di polvere in pieno giorno…per di più festivo.

Francesco De Martino


Pubblicato il 29 Agosto 2023

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