Cultura e Spettacoli

Parco dell’ex Gazometro, la lumaca si affretta

Poco a poco vanno avanti i lavori, avviati undici anni fa, volti alla realizzazione del Parco dell’ex Gazometro tra via Napoli e Corso Mazzini. L’imponente progetto promette ventimila metri quadrati di verde, area giochi, area sportiva, percorsi pedonali e ciclabili, spazi riservati ai cani, orto urbano, fontana, anfiteatro… era ora di riqualificare il Libertà, il quartiere più penalizzato del capoluogo quanto a numero di metri quadri ad abitante destinati allo sport, allo svago e al contatto con la natura. Perché a undici anni dall’inizio dei lavori questo atteso Parco non è stato ancora consegnato alla città? Le ragioni affondano nel dopoguerra. Negli anni Cinquanta, con la quota destinata all’Italia dei soldi del Piano Marshall si decise, fra tante altre cose, di fornire ventuno città di un gazometro. Per la Puglia la scelta cadde su Taranto e Bari. In passato infatti i gasometri venivano utilizzati per accumulare il cosiddetto ‘gas di città’, che in un primo periodo veniva prodotto per gassificazione del carbone e, successivamente, tramite raffinazione del petrolio. Questo gas veniva utilizzato sia per usi domestici, sia per l’illuminazione pubblica. Con la diffusione del gas metano l’utilizzo del gas di città è via via scomparso condannando i gasometri, divenuti obsoleti, allo smantellamento. Ovvero quanto si cominciò a fare a Bari negli anni settanta (l’impianto, entrato in funzione nel 1948, aveva smesso di funzionare nel 1968). Ma quando i giganteschi cilindri detti ‘campane’ furono rimossi nel disegno di destinare gli spazi ricavati alla rampante edilizia di quegli anni, ecco emergere un problema inatteso: l’inquinamento. In vent’anni di funzionamento era successo che amianto, metalli pesanti, idrocarburi e altre sostanze nocive avvelenassero il sottosuolo a tale profondità da inquinare la falda acquifera. Di qui la necessità di una lunghissima, certosina e ovviamente costosa opera di messa in sicurezza del sito. Ma ora sembra che ci siamo. Dai e dai, Bari si sta liberando dei suoi eco-mostri. Dopo l’ex Fibronit, ora è il momento dell’ex Gazometro. Resta il rudere della Stanic. Sa il Cielo quali novità emergeranno al momento dello smantellamento della gloriosa raffineria. Intanto, all’interno dell’immenso recinto è stanziale una colonia di mega-ratti grossi come gatti (chi scrive, li ha visti)… Per la Stanic, però, si dovrà pazientare assi più che per Fibronit e Gazometro. Lì volevano fare il nuovo stadio, poi si parlò di ippodromo, quindi della Disneyland pugliese, infine di un polmone verde più grande di Central Park. Alla fine vincerà il mattone. Ma prima che i suoi insaziabili e litigiosi signori trovino un accordo c’è tempo per mettere pace in Ucraina, riforestare l’Amazzonia, abolire petrolio e derivati.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 5 Maggio 2022

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio