Parco Gentile: il Comune si costituisce al Tar contro gli inquilini
Ieri tensione alle stelle al tentativo di esecuzione di un altro sfratto per morosità incolpevole, poi rinviato al 23 ottobre prossimo
La situazione degli inquilini sotto sfratto delle case in housing sociale di Parco Gentile a Santo Spirito rischia di diventare per il Comune di Bari un vero e proprio scandalo politico-amministrativo, in quanto alcuni aspetti della convenzione stipulata nel 2016 dall’ex amministrazione Decaro con l’impresa attuatrice del Piano di edilizia residenziale sociale (Ers), la “Residence Parco Gentile srl” facente capo ad un noto imprenditore edile barese, non quadrano. Oltre che una “bomba” sociale ad orologeria per le conseguenze drammatiche in cui potrebbero ritrovarsi i diversi nuclei familiari in condizioni di criticità economica e, quindi, non in grado di poter affittare un alloggio a prezzi di libero mercato. Infatti ieri mattina, come già accaduto la scorsa settimana, la tensione dei residenti a rischio sfratto esecutivo di Parco Gentile per morosità incolpevoli, è salita nuovamente alle stelle, quando l’ufficiale giudiziario ed il legale della società proprietaria degli immobili (“Fabrica immobiliare spa”, gestrice del fondo immobiliare Esperia partecipato quasi interamente da Cassa Depositi e Prestiti), accompagnati dalle Forze dell’Ordine, si sono presentati dietro la porta delle famiglie per le quali era stata fissata per ieri l’esecuzione di sgombro degli alloggi. Tra queste figurava anche una famiglia con a carico una figlia minorenne di 15 anni ed una 25enne con disabilità. Di qui l’intervento necessario un assistente sociale e la prospetta alternativa di trasferire temporaneamente l’intero nucleo famigliare in una “casa alloggio” pagata dal Comune. Operazione per la quale occorre, però, un’apposita ordinanza del sindaco Vito Leccese, onde poter dare seguito a quando richiesto dall’assistente sociale all’Amministrazione comunale. A quel punto si sono infittiti i contatti con Palazzo di Città dell’ufficiale giudiziario, di qualche delegato dei residenti e di Donato Cippone, in rappresentanza di un comitato di difesa civica che assiste gli sfrattati, che sono stati convocati “ad oras” insieme agli avvocati presenti in loco, per tentare di scongiurare le previste esecuzioni di sfratto. Ed è così che è prevalso il buon senso e scongiurato il rischio di rivolta sociale a Parco Gentile. Infatti, un individuato “cavillo burocratico” ha scongiurato, per ora, la messa in strada di alcune famiglie disagiate, facendo rinviare le operazioni di sfratto al 23 ottobre prossimo. Il problema si ripresenterà il prossimo 2 ottobre, quando a Parco Gentile è già fissato un altro sfratto di un nucleo famigliare di anziani ottantenni. A seguire di sfratti per morosità incolpevole ne sono previsti altri, oltre quelli già differiti di circa un mese. Infatti, il problema vero resta ed è che gli inquilini sfrattati, ma anche altri ivi residenti, sono tutti nuclei che, per varie ragioni, non possono permettersi di pagare affitti a condizioni normali di mercato e che proprio per tali condizioni si sono trovati ad occupare degli alloggi di edilizia residenziale sociali. Invece, le case costruite per fronteggiare l’emergenza abitativa, in housing sociale, con affitti calmierati sono poi diventate delle residenze a canoni proibitivi per gli inquilini (ad alcuni costano quasi 700/800 euro al mese, tra canone e non meglio definiti oneri accessori), a causa di alcuni “errori” marchiani, commessi in sede di convenzione, tra il Comune e l’impresa attuatrice del programma di edilizia agevolata e sovvenzionata. “Parliamo di canoni maggiorati di un terzo rispetto al massimo previsto dalla normativa regionale!” hanno esclamato gli avvocati Mariani e Caldarola che assistono alcuni degli inquilini sotto sfratto, ammettendo che “la situazione di morosità c’è, ma le cause che l’hanno prodotta dipendono agli errori commessi dal Comune nel 2016, quando ha stipulato la convenzione con l’attuatore del Piano di edilizia sociale”, aggiungendo che “la questione di detti sfratti anche è morale e di civiltà”. Infatti, l’avvocato Giuseppe Mariani è il patrocinante davanti al Tar-Puglia (Tribunale amministrativo regionale) di un inquilino che ha promosso una causa di “Azione popolare” contro la società proprietaria degli immobili ad uso “housing sociale”, surrogandosi (ai sensi dell’art. 9 del dlgs 267/2000) al Comune di Bari, per chiedere la nullità di alcune clausole della convenzione del 2016 che – a detta dello stesso Mariani – sarebbero non legittime, perché “contra legem”. Difatti, ha spiegato ancora il legale del promotore del giudizio, il costo degli affitti sociali a Parco Gentile è scaturito sia dall’aver applicato nel calcolo una percentuale annua superiore a quella prevista dalla legge (3,5% anziché 3%), sia soprattutto perché il valore a mq di detti immobili su cui si è determinato l’affitto è di circa 2000 Euro anziché i 1300/1400 Euro stabiliti dalla legge regionale di stima per questa tipologia di alloggi. “Da non dimenticare – ha sottolineato l’avvocato Mariani – che trattasi di edilizia agevolata e sovvenzionata” e quindi sottoposta a speciali norme inderogabili per i soggetti attuatori di programmi di “housing sociale”. Attuatori che, tra l’altro, dovrebbero essere ammessi anche ad esenzione da pagamento dell’Imu e che nel caso di Parco Gentile, ad oggi, non è dato ancora sapere dal Comune di Bari se la società proprietaria di detti alloggi usufruisce anche di questa ulteriore agevolazione. Ma il fatto più paradossale è che il Comune di Bari nella menzionata “Azione popolare” (promossa dinanzi al Tar anche ai fini di conseguire un provvedimento cautelativo che eviti gli sfratti per morosità illegittime, oltre che incolpevoli) si è costituito chiedendo il rigetto dell’azione intrapresa. Ovvero contro gli inquilini disagiati che lo stesso Comune ha messo in condizioni di non poter far fronte ad un canone che “sociale” non è, perché non consono per nuclei familiari in condizioni di criticità di varia natura, oltre che ad un costo di oneri condominiali che in taluni casi sono addirittura superiori a quelli del noto e lussuoso condominio di “Parchitello” nei pressi di Torre a Mare. Insomma, peggio di così forse si poteva fare a Bari per le famiglie bisognose in cerca di un tetto.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 26 Settembre 2024