Cronaca

Parte finalmente la bonifica dell’ex gasometro

L’ora della bonifica dell’area più inquinata della Città è arrivata: al termine del contenzioso amministrativo tra le prime due imprese partecipanti al bando di gara indetta dal Comune di Bari e la firma del contratto per l’affidamento dei lavori di bonifica dell’ex Gasometro di corso Mazzini, tecnici comunali e dell’impresa incaricata nei giorni scorsi hanno provveduto alla consegna del cantiere. All’associazione temporanea di imprese aggiudicataria dell’appalto formata da’ Unieco’ da Reggio Emilia con ‘Trasporti Vecchi-Zironi srl’, ‘Geostream srl’ e ‘Geos environment’ spetta ora il compito di eseguire il progetto esecutivo e avviare le operazioni di risanamento e riqualificazione dell’area estesa di circa due ettari nel quartiere Libertà. Al netto del ribasso d’asta, i lavori sono stati aggiudicati per un importo di poco inferiore ai 6 milioni di euro.E oggi pomeriggio sindaco, amministratori comunali e circoscrizionali e rappresentanti delle imprese aggiudicatrici dei lavori spiegheranno ai cittadini come si svolgera’, appunto, la delicata bonifica d’una delle aree più inquinate della Città. “Con la definizione dell’appalto per la bonifica del Gasometro – hanno spiegato il consigliere comunale con delega all’Ambiente, Maria Maugeri e l’Assessore ai Lavori Pubblici, Marco Lacarra-  mettiamo il sigillo su un’altra importante pagina della politica avviata ormai sette anni fa dall’amministrazione Emiliano a tutela della salute dei cittadini. Quella dell’ex fabbrica del gas era l’ultima area-problema, dopo il buon esito dell’intervento più urgente della messa in sicurezza della Fibronit e la bonifica con creazione di un grande parco urbano a Torre Quetta, tra i siti inquinati della città di Bari. Si tratta, in ciascuno dei tre casi, di interventi tanto complessi quanto delicati, che hanno inevitabilmente richiesto tempi non brevi per la loro realizzazione, ma per i quali non ci saremmo potuti permettere di operare scelte affrettate”. L’area dell’ex Gasometro -l’impianto dismesso intorno alla metà degli anni Ottanta – occupa un’estensione di oltre 13 mila metri quadrati nel pieno centro urbano di Bari. Nel 2001, come si ricorderà, l’ Amministrazione di Cagno Abbrescia avviò un intervento di caratterizzazione in vista della realizzazione del progetto di una nuova sede degli uffici comunali da costruire proprio su quel suolo. Una perizia tecnica realizzata dalla società Geotrivell evidenziò la pericolosità del sito, risultato pesantemente inquinato da metalli, composti aromatici, idrocarburi, presenti anche nella falda sottostante. Il terreno inquinato – circa 6.000 mq – che è stato mappato secondo la nuova normativa entrata in vigore nel 2006, verrà rimosso fino ad un metro di profondità. I lavori di scavo e smaltimento avverranno in sicurezza sotto un tendone di copertura. Inoltre, per tutta la durata del cantiere, sarà assicurato un monitoraggio ambientale continuo, mentre in profondità il terreno verrà  “depurato” e poi racchiuso in contenitori stagni. Il tempo stimato dall’equipe torinese della “Golder” per queste operazioni è di circa sei mesi: dopodiche sarà  possibile realizzare il famoso parco e perfino degli impianti sportivi per il quartiere.
 
Un cantiere da tenere d’occhio, in un’area davvero a rischio
 
Laddove, come ricorda chi quell’emergenza l’ha seguita da tempo, otto anni or sono furono effettuate analisi, mentre poi furono il professor Migliacci e gli ingegneri Laforgia e Ficarella a lavorare attorno al piano preliminare di bonifica, che fu consegnato al Comune a giugno 2004, fino all’ultimo ‘stop’ del ricorso al Tar Puglia. In quella zona, in passato, sono stati rilevati rischi gravi per la popolazione, con la fuorisciuta di benzantracene, benzopirene e dibenzoantracene, sostanze altamente cancerogene. La loro presenza, così come quella dei metalli pesanti, è da dieci a trentanove volte superiore al limite di rischio accettabile, così come fissato dalla legge 152 del 2006. Eppoi ci sono serbatoi che contaminano anche la falda, senza contare che parliamo di un’area densamente abitata, caratterizzata dalla presenza di sostante inquinanti e pericolose, quali metalli pesanti, composti aromatici, idrocarburi. Secondo i tecnici che hanno redatto le perizie nell’area ex Gasometro, le sostanze sono presenti sia nel sottosuolo sia nella falda sottostante in concentrazioni superiori ai limiti fissati dal decreto ministeriale 471 del 1999. Non solo. «Le sostanze inquinanti – è scritto nella relazione – sono state ritrovate anche nei vapori del suolo. L’ inquinamento della falda interessa anche una zona esterna al sito». Ed ora, dopo la consegna dei lavori lo scorso 29 agosto, arriva finalmente l’apertura del cantiere in vista della realizzazione d’un parco, al posto dell’ex gasometro al Libertà.
 
Francesco De Martino
 
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 8 Settembre 2011

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