Primo Piano

Parte la campagna di vaccinazione negli ospedali e nelle Rsa

In un solo giorno, in Puglia la percentuale dei tamponi positivi su quelli processati e’ quasi raddoppiata, passando dal 7,7% al 13,22%. Pero’, allo stesso tempo, si registra un record di guariti, 1.540 in piu’. E una speranza adesso arriva dai vaccini: sono state consegnate oltre 30mila dosi negli 11 ‘hub’ della Puglia e oggi parte la campagna di vaccinazione negli ospedali e nelle Rsa. “I vaccini – spiega l’assessore
regionale alla Salute, Pierluigi Lopalco – sono stati presi in consegna e stoccati dal personale delle farmacie ospedaliere, garantendo la catena del freddo. La
conservazione dei vaccini avviene all’interno di ultra freezer a – 80 gradi. Oggi partira’ in tutte le province pugliesi la ‘Fase 1′ della campagna vaccinale”. Ieri sono stati diagnosticati 1.470 nuovi casi di infezione da Covid-19 su 11.121 test effettuati. E sono 23 i decessi. I positivi sono soprattutto in provincia di Bari (582), Foggia (256), Taranto (248); sono 188 nella provincia Bat e 148 in provincia di Lecce; poi 38 in provincia di Brindisi, 5 residenti fuori regione e 5 casi di residenza non nota. I decessi sono 8 in provincia di Bari, 6 nella provincia Bat, 4 nel Leccese, 2
nel Brindisino e altri 2 nel Tarantino, 1 in provincia di Foggia. Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 1.033.478 test e sono 34.112 i pazienti guariti. Il totale dei casi positivi Covid in Puglia e’ di 89.303 e sono 52.740 i casi
attualmente positivi. Ieri c’e’ stato un nuovo, seppur leggero, rialzo dei ricoveri: da
1.602 di ieri a 1.625 attuali, di cui 128 nelle terapie intensive. La seconda ondata di contagi e’ stata 20 volte superiore alla prima, rileva poi il quarto rapporto Istat-Iss: dai 2.233 contagi Covid di aprile, picco per la Puglia nella prima ondata,
si e’ passati ai 40.129 registrati a novembre.

 

I sindacati dei medici di base, no ai test antigenici nei nostri studi

“Ci lascia basiti” la decisione di avviare in Puglia, dall’11 gennaio, l’esecuzione dei tamponi antigenici negli studi dei medici di base: lo scrivono in una nota congiunta i sindacati regionali Cgil Fp medici, Smi, Snami e Simet. “I nostri medici – dicono – sono pronti a nuove sfide per l’assistenza sanitaria domiciliare attraverso tre criteri
che la stessa parte pubblica, in primis, dovrebbe garantire: responsabilita’, rigore, appropriatezza. Piu’ volte abbiamo sostenuto che questo accordo firmato dalla Fimmg e’ inutile e non adeguato ai criteri essenziali dell’assistenza domiciliare del
malato CoVid asintomatico e paucisintomatico. Avere sovraccaricato il lavoro del medico di famiglia e del pediatra di libera scelta con un servizio diagnostico obbligatorio come quello del tampone antigenico rapido ha solo creato inutile
perdita di tempo ai medici impegnati nel servizio di assistenza primaria territoriale”. I quattro sindacati, che rappresentano circa il 50% dei medici
di medicina generale pugliesi, ribadiscono “la disponibilita’ a svolgere questo atto diagnostico di laboratorio obbligatorio nelle strutture pubbliche individuate dalle Asl dopo che le stesse avranno garantito, come da noi richiesto, sicurezza e
tutela per il medico e il cittadino. Al momento nulla ci e’ dato di sapere”. “Nel frattempo – concludono – senza una programmazione conosciuta agli stessi operatori si chiede di completare la campagna di vaccinazione antinfluenzale, tamponi Covid obbligatori, e si inizia la vaccinazione anti-covid tanto
sbandierata. Non possiamo permettere che si avvii all’inizio di questo nuovo anno un processo di gestione confusa e non coordinata”.

 


Pubblicato il 31 Dicembre 2020

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