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Pasculli: “Fu il mio assessorato a portare a galla gli incidenti fasulli”

La Procura di Bari ha finalmente notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari ad oltre cento persone tra avvocati, medici e presunte vittime di incidenti stradali, conducenti e testimoni, accusati, a vario titolo, di truffa aggravata ai danni di compagnie assicurative, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e fraudolento danneggiamento dei beni assicurati. La presunta truffa, commessa tra il 2006 e il 2011 che vede rivendicare il ruolo di danneggiato principe il Comune di Bari, ammonterebbe a oltre 500mila euro. Ed anche se gli inquirenti non hanno fatto circolare i nomi dei centoventi inquisiti (forse perché tra di essi ci sarebbe anche il figlio d’un notissimo avvocato barese) sono una settantina i casi documentati dagli investigatori della sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Bari coordinati dal dottor Piero Battipede di falsi incidenti, regolarmente risarciti da alcune tra le più importanti compagnie di assicurazione, dalla Reale Mutua alla Ras-Allianza, fino alla Lloyd Adriatico, Cattolica e Duomo per arrivare alla Toro, Nuova Tirrena e Ina Assitalia. L’inchiesta, circa tre anni fa, venne avviata su denuncia di una delle compagnie che aveva fiutato e fatto rilevare anche al Comune di Bari i troppi sinistri nei quali figuravano sempre le stesse persone. Quasi tutte residenti tra Grumo Appula, Modugno, Toritto, Bitonto o Palo del Colle, con ruoli che cambiavano, finendo però per intrecciarsi in una catena di risarcimenti che ha finito per mettere in guardia anche il Comune di Bari, proprietario e gestore delle strade perlopiù teatro degli incidenti stessi. Alla fine gli agenti della sezione di polizia giudiziaria della Polizia di Stato sono riusciti a ricostruire, soprattutto attraverso l’acquisizione di documenti, il complesso sistema truffaldino che avrebbe consentito di ottenere illegalmente dalle assicurazioni risarcimenti danni derivanti dai falsi incidenti stradali. «Il riscontro della truffa – hanno spiegato alcune fonti della Procura di Bari – gli inquirenti lo hanno ottenuto nel corso delle verifiche effettuate in modo particolare presso la sezione distaccata di Modugno del Tribunale di Bari e gli Uffici di Giudice di Pace di Modugno e Bitonto. È qui che è risultato lampante il coinvolgimento degli indagati (in modo particolare degli avvocati e dei medici compiacenti) che, ciascuno nel proprio ruolo, inducevano in errore i giudici che dovevano decidere sul risarcimento per incidenti falsi o mai avvenuti». In alcuni casi sarebbe emerso che per le certificazioni attestanti diagnosi post-traumatiche aggravate o lunghi periodi di inabilità fisica, i medici si servivano di vere e proprie ‘fotocopie’ che venivano utilizzate per più casi, anche nei giorni festivi quando non erano in servizio, o addirittura in giorni lavorativi in cui però la prestazione avveniva in altri ospedali fuori Regione, anche del nord Italia. Ieri, dunque, tutti i giornali locali hanno messo in bella evidenza l’avviso della conclusione delle indagini notificato dal Magistrato ai centoventi inquisiti, ma nessuno ha ricordato che a riannodare le fila di quello scandalo fu Emanuele Pasculli, già Assessore agli Appalti e Contenzioso al Comune di Bari, condannato dal Giudice monocratico (ma lui ha già interposto appello) dopo essere stato denunciato dal Sindaco Emiliano.

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Scusi Pasculli, ma come mai Emiliano di fronte a uno scandalo di questa portata ha preferito non esporsi, senza rivolgersi agli organi competenti?

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E che fine ha fatto l’Albo degli avvocati di fiducia del Comune, ancora da istituire?

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Già, in questo caso la buca nella quale è incappata quella procedura tanto cara all’ex assessore Lino Pasculli per mettere ordine una volta per tutte nelle nomine dei legali al Comune era davvero troppo larga e spigolosa. Un vero cratere….  

 

 Francesco De Martino

          


Pubblicato il 5 Gennaio 2013

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