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Pasquale “Ualino” Loseto lo fermò nell’anno che vinse lo scudetto con il Cagliari

L’addio a Gigi Riva, campione infinito e tra più amati, calciatore e dirigente esempio

Si è spento lunedì sera, dopo aver accusato un malore in mattinata, Gigi Riva, uno dei campioni più amati. Con la Nazionale italiana ha vinto il primo Europeo del 1968, con il Cagliari è stato una bandiera, declinando offerte ben più remunerate di Juventus e Milan che avrebbero fatto follie per prenderlo, e con i sardi ha vinto anche uno storico scudetto nella stagione 1969-70, miglior marcatore della storia del Cagliari, vice campione del Mondo nel 1970, e dirigente storico azzurro, da Roby Baggio a Gigi Buffon, laureandosi campione del Mondo anche nel 2006 ed infatti vere sono state le lacrime in diretta in un’intervista rilasciata a Mediaset, lunedì sera a fine gara della Supercoppa Italiana, del capitano Fabio Cannavaro con il quale aveva un bellissimo rapporto. Riva, già negli anni Settanta era un attaccante moderno, dal gioco sporco, alla potenza, “sportellate” con i difensori e l’innato senso del gol. E’ stato esempio in campo e fuori, un “generoso”, e che dispensava di tanti consigli preziosi, ad un suo ex giocatore gli fece cambiare un automobile di lusso, consigliandone una “performante” ed adeguata per la sua età. Oggi, Gigi Riva anche con il calcio moderno avrebbe rifiutato i soldi dei sauditi, gli stessi, forse non tutti che durante al ripresa di Napoli-Inter, finalissima di Supercoppa hanno in modo becero e vergognoso fischiato, ma a questo, il presidente della FIGC, Gravina oltre a divulgare tramite i canali ufficiali della FIGC, una nota di cordoglio, la seguente: “Sono scosso e profondamente addolorato – dichiara il presidente della FIGC Gabriele Gravina – il calcio italiano è in lutto perché ci ha lasciati un vero e proprio monumento nazionale. Gigi Riva ha incarnato il mito dell’uomo libero e del calciatore straordinario: il suo orgoglio, la sua classe e il suo senso di giustizia hanno unito generazioni e appassionato milioni di persone. ‘Rombo di Tuono’ ha legato all’Azzurro la sua straordinaria carriera da atleta e da dirigente, grazie a lui abbiamo vinto l’Europeo del 1968 e il Mondiale del 2006. Chi ha avuto, come me, la fortuna di conoscerlo oggi perde un amico e un punto di riferimento importante” dovrebbe anche essere arrabbiato e riportare in onore di Gigi Riva, un esempio e della promozione del calcio italiano, la Supercoppa in Italia. Ma Gigi Riva, nell’anno che vinse lo Scudetto nel girone di andata fu fermato dal Bari, della bandiera biancorossa, Pasquale “Ualino” Loseto, correva il 21 dicembre 1969. In quella partita disputata nello stadio “Della Vittoria”, Pasquale riuscì a fermarlo, qualche volta anche con qualche fallo ma il mitico Gigi Riva nonostante avesse incassato qualche calcetto e la sua squadra avesse pareggiato, a fine partita si complimentò con “Ualino” ed alla gara di ritorno dove il Bari (già retrocesso, ndr) uscì sconfitto per 0a2, scambiarono la maglia. Quella gloriosa maglia rossoblu che oggi è conservata gelosamente dal figlio di Pasquale, ovvero da Valeriano, il quale in una delle foto sul profilo social del papà e quello suo, è immortalato quando era piccolino mentre indossava fiero quella maglia che gli andava lunghissima. Pasquale tante volte ci ha raccontato di che calciatore è stato Gigi Riva, un uomo con la “U” maiuscola; uno che dava tutto in campo e fuori, sempre rispettoso e pronto ad aiutare il prossimo. Gigi Riva è venuto al San Nicola da dirigente della Nazionale lascia un vuoto incolmabile ma il suo esempio si auspica possa essere sempre vivo nelle nuove generazioni, ed oltre il minuto di silenzio che si possa diventare più responsabili negli stadi, smettendola di fischiare inneggiando a cori razzisti e violenza di ogni tipo. Il cordoglio anche della nostra redazione sportiva alla famiglia di Gigi Riva. (Ph. Dalla bacheca personale di Pasquale Loseto).

Marco Iusco

 

 

 

 


Pubblicato il 24 Gennaio 2024

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