Cronaca

Passaggi a livello, eliminazione a passo di lumaca

Il 7 luglio scorso, sperduta nel mare magnum delle ‘giornate’, è scivolata tra l’indifferenza generale quella di “sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui pericoli derivanti da comportamenti scorretti e imprudenti ai passaggi a livello”. Promossa dalla Commissione Europea e Union Internationale des Chemins de Fer, la Giornata ha consentito di riflettere su numeri imbarazzanti : Gli incidenti ai passaggi a livello presenti sulle linee ferroviarie gestite da rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS) provocano circa il 5% di vittime rispetto a quelli su strada. Incidenti che i tecnici imputano al 95% al mancato rispetto del codice della strada, che prevede l’obbligo di rallentare “comunque” in presenza di un passaggio a livello per avere agio di fermarsi  al primo segnale acustico-luminoso. Invece molti a quel punto accelerano e rischiano di restare incastrati, ovvero quanto è successo a Palese venerdì scorso e a Cisternino avantieri. Contro l’irragionevolezza degli utenti della strada, tra cui – quando si parla di passaggi a livello – va considerato un popolo di pedoni, ciclisti e scooteristi, l’unica resta l’eliminazione di questa fonte di pericolo. Cavalcavia e sottovia hanno risolvono molti problemi. Presentano tuttavia l’inconveniente di costare un mucchio di quattrini. Il fatto poi che ragioni tecniche rendano alcuni casi irrisolvibili,. Ma quanti sono i passaggi a livello in Italia? Quelli in esercizio sono 5901(1263 quelli la cui responsabilità è affidata direttamente ai privati) su poco meno di 17mila km. di linee. Sui quasi 6500 km di linee fondamentali, su cui viaggia il 90% del traffico nazionale, i passaggi a livello sono 471(di cui 48 in consegna a privati) e sono i più difficili da sopprimere perché inseriti per lo più nei grossi centri e zone limitrofe. Sulla rete complementare (9339 km) i passaggi a livello sono 5430 (di cui 1215 in consegna ai privati). Nel 2011 , il Gestore dell’infrastruttura,Rete Ferroviaria Italiana, ha soppresso 94 passaggi a livello, con un investimento complessivo di circa 58 milioni di euro. Si calcola ne servano altri ottocento per completare il lavoro. Rassegniamoci così a tempi lunghi e passi da tartaruga. Quest’anno è in programma la soppressione di 57 ‘casi’, tutti ubicati sulle linee fondamentali. Qualcosa è stato fatto anche in Puglia (cinque passaggi eliminati lo scorso anno). Per quanto riguarda Bari, rimane in piedi solo quello di via Emanuele Mola, che dovrebbe sparire entro il 2013. Con la struttura di via Emanuele Mola, mai automatizzata e perciò ancora oggi funzionante con manovra a mano ad opera di un ‘operatore tecnico’, scomparirà uno degli ultimi rappresentanti di una categoria di lavoratori che tra macchinisti e capistazione ha rappresentato un’icona del vecchio sistema ferroviario : il casellante.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 26 Settembre 2012

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