Primo Piano

Passano dall’Aula Comunale le varianti al Prg per far decollare l’Interporto di Bari

Ecco i primi quattro punti all’ordine del giorno questo pomeriggio in Aula Comunale, riguardanti l’approvazione ai soli fini urbanistici, della variante al Piano Regolatore che muta la destinazione urbanistica dei suoli, da “viabilità di p.r.g.” e “aree a verde pubblico – verde di quartiere” ad “aree ferroviarie. Il secondo punto, sempre riguardante l’Interporto regionale della Puglia di proprietà Degennaro, chiamerà il Consiglio Comunale all’approvazione del progetto definitivo del 2° stralcio dell’asse in variante al p.r.g., per un intervento globale di riqualificazione <>. L’ultimo punto che, salvo sorprese anche perché il Sindaco sarà assente dall’Aula causa ferie, dovrà essere approvato dai consiglieri comunali, interessa l’intervento globale di riqualificazione delle aree ferroviarie comprendenti la stazione pm, lo scalo pubblico, lo scalo Ferruccio. progetto definitivo ambito a – scalo ferruccio scalo pubblico in variante al p.r.g. L’infrastruttura entrata in funzione da tempo allo scalo ‘Ferruccio’ del quartiere San Paolo, a Bari, è solamente una piccola porzione dell’opera che, invece, quando sarà terminata doterà il capoluogo d’un vero ‘hub internazionale in grado di gareggiare con i più grandi scali europei. Un’opera in eterno ritardo che doveva essere completata ed entrare a pieno regime già da due-tre anni. Insomma, per ora l’Interporto regionale della Puglia, società per azioni presieduta da Lello Degennaro, politico e imprenditore capo dell’omonimo gruppo edile, assomiglia a un’aquila che però non riesce a spiccare il volo, completando il grande progetto di mettere Bari, come detto, al centro dei collegamenti su rotaia e gomma. Degennaro sta portando avanti il suo progetto per una struttura che si estenderà su una superficie di 500mila metri quadri (di cui 90mila coperti) all’interno della quale ci sarà uno scalo ferroviario intermodale di circa 6 chilometri con un investimento da ben 120 milioni di euro. Un investimento sostenuto da capitali privati e pubblici, con in prima fila la Regione Puglia di Nichi Vendola e Guglielmo Minervini, l’assessore tornato da poco ai Trasporti. Un progetto ambizioso, dunque, con una lunga serie di magazzini per stipare le merci trasportate, come detto, gomma e ferro, con tanto di centro direzionale, attrezzature per le merci, officine, celle frigorifero, impianto per il lavaggio e, se tutto andrà bene, albergo e mensa. Tanti i servizi che offrirà l’Interporto dei Degennaro, quando sarà completato e a regime: bar e ristoranti, ma anche sportelli bancari e postale per un’unica area intermodale che sarà in grado di raddoppiare l’attuale, un primo stralcio costituito da 22mila metri quadri coperti e 130mila metri di piazzale. E il resto? Quando partono i lavori e i bandi di gara che ormai sono in lista d’attesa da almeno cinque anni? Quando entrerà in funzione quel collegamento col porto di Bari che, tra l’altro, l’assessore regionale Minervini ha assicurato più volte essere uno dei suoi obiettivi prioritari, nodo centrale dell’imprenditoria barese e pugliese? I tempi ora sembrano accorciarsi, specie se l’Aula Comunale dovesse approvare quelle varianti al Piano Regolatore di cui sopra, tenendo conto dell’ultima decisione del Tar di Bari che ha dato ragione a Degennaro, ma poi è subito finita sotto la lente d’ingrandimento della Procura per quello che potrebbe rappresentare il più grande ‘business’ attualmente in ballo in Puglia. Almeno per adesso, mentre c’è chi giura che anche quest’opera non rappresenti altro che il solito, grande bluff per drenare finanziamenti e appalti, senza alcun beneficio per operatori e territorio. Nel frattempo, però, il tempo per il ‘grande’ progetto d’ampliamento allo scalo ‘Ferruccio’ di Bari passa inesorabilmente dalle “forche caudine” d’un Consiglio Comunale barese, in eterno affanno….

 

Francesco De Martino   


Pubblicato il 4 Luglio 2013

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